Il direttore dello Spallanzani: “Sì a stadio e teatri per i vaccinati”

Una voce autorevolissima avanza una proposta per una socialità possibile in tempi pandemici.

Direttore scientifico Giuseppe Ippolito
La proposta di accessibilità ai luoghi pubblici chiusi

L’importanza dell’immunità di gregge passa per i vaccini. Per non mettere a repentaglio la vita sociale e economica arriva un’ipotesi da chi il virus lo inquadra da un osservatorio “privilegiato”.

Un mondo in cui incontrarsi di persona

Immergiamoci in un tempo, da qui a un anno (o forse più), quando il prezioso siero contro il virus sarà disponibile per tutti.

Allora coloro che lo avranno assunto potranno finalmente seguire la squadra del cuore sugli spalti o in tribuna, sorseggiare un calice di vino, addirittura alle ore 19 e magari in galante compagnia, oppure festeggiare il compleanno della nonna al ristorante e, per i nostalgici del grande schermo, tornare nell’oscurità delle sale cinematografiche e perdersi nella grandezza delle immagini e del sonoro portentoso.

Però coloro che non vorranno vaccinarsi, dovranno continuare a evitare la magia del teatro, i viaggi in aereo o treno, una serata salverà o di tango , o il ritmo pulsante delle discoteche.

Questo è il futuro fattibile che traccia Giuseppe Ippolito, in un’intervista su Repubblica. Ippolito è il direttore scientifico dell’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, eccellenza nostrana nella prevenzione e cura delle malattie infettive.

L’esperto delinea come prospettiva necessaria alla ripresa del Paese la preclusione di molte attività a coloro che si sottraggono al vaccino.

La selezione sarà da attuare solo quando ci saranno dosi a sufficienza per tutta la popolazione, “altrimenti sarebbe un fattore discriminante”.

No jab no fly

La posizione dell’esperto dello Spallanzani va a corroborare e a unirsi ad un’altra: quella dell’Unione Europea che vuole introdurre un passaporto sanitario.

Il nuovo documento consentirà, a chi sfoggerà l’avvenuta vaccinazione, di oltrepassare i confini tra nazioni europee. Si parla anche di un “patentino” valido a livello globale.

Le compagnie aeree, com’è intuibile, hanno salutato con benevolenza l’iniziativa ancora in fase iniziale. Intanto l’australiana Quantas sta valutando una politica aziendale allo slogan di “no jab no fly“, niente vaccino, niente volo.

American Airlines invece ha già una sua app. D’obbligo caricarvi, prima dell’imbarco, la certificazione che accerta l’immunità al virus.

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