Franca Leosini: “Cosima e Sabrina non meritavano l’ergastolo”

Parole che lasciano davvero senza a bocca aperta quelle che ha pronunciato France Leosini. La giornalista ha rivelato cosa

Franca Leosini la giornalista conduttrice di “Storie Maledette”, ha deciso di toccare una storia come quella di Sarah Scazzi che ha scosso il pubblico. Ha rischiato di bruciarsi ed è esattamente quanto accaduto.

Sul web la giornalista è stata duramente criticata per aver di nuovo intervistato le due donne coinvolte nell’omicidio di Sarah Scazzi, il caso di Avetrana. A Radio Capital, la giornalista ha preso posizione rispetto alle condanne già definitive inflitte a Sabrina Misseri e Cosima Serrano a conclusione del processo istituito per l’omicidio della piccola Sarah Scazzi.

La conduttrice di Storie Maledette, che ha intervistato Sabrina Misseri e Cosima Serrano, nelle puntate d’esordio del suo programma ha rivelato durante l’intervista. Per la Leosini, quelle delle due, sono severe soprattutto se prese in considerazione in relazione ad altre sentenze disposte nel giudizio di casi simili:

“Quale che sia la verità, sono profondamente convinta che non era un crimine da ergastolo. Quello che ho imparato nei 24 anni di Storie Maledette è la dicotomia sgomentevole nella valutazione dei reati da parte della magistratura: a parità di crimini o di reato o di ipotesi di un crimine, vedi dare 18 anni a una persona per un duplice omicidio, e magari l’ergastolo a due persone che, quand’anche fossero state loro, comunque sarebbe stato un delitto d’impeto, che non prevede l’ergastolo nel codice penale”

La Leonsini ha voluto sottolineare come sia cambiato nel tempo il ruolo della donna nella società e il suo interagire in essa. Rimarcando:

“le donne sono persone, non femmine”.

La giornalista si è ricollegata allora ai casi femminicidio che negli anni sono aumentati incontrollabilmente. Oggi è un tema che è sempre all’ordine del giorno, in passato non era così. Le condizioni della donna nel passato erano tali che la vedevano spesso sottomessa all’uomo e i soprusi si denunciavano con più difficoltà.

“Ci sono sempre stati ma se ne parla di più, c’è maggiore informazione. Il moltiplicarsi di questo tipo di delitti è dato anche dal fatto che la donna ha una sua autonomia. Prima la donna era costretta a subire violenze e tradimenti per il ricatto economico, mentre adesso perlopiù lavora, e infatti ci sono più delitti al nord, dove c’è più lavoro, dove la donna è più indipendente e ha più possibilità di scegliere per il destino della coppia.”

Un ruolo nuovo che necessita di più tutele e di una maggiore consapevolezza:

“Lo Stato fa poco, ma bisognerebbe avere un carabiniere per ogni donna che denuncia. Le forze dell’ordine saranno sempre inadeguate in termini numerici. Il problema si pone cercando di educare l’uomo ad accettare l’indipendenza della donna, e a rispettarla, cominciando dalle scuole e dalle famiglie. Sarà un discorso trito, ma è da lì che bisogna cominciare.”

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