Etichette, dal 1° aprile cambia tutto: “Termina l’obbligo di indicare l’origine dell’ingrediente principale”

Da aprile 2020 sparirà l’ obbligo di indicare l’origine dell’ingrediente principale in molti prodotti come pasta, riso, latte e non solo.

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Da aprile 2020 cambieranno le regole sull’etichettatura alimentare, infatti sparirà l’obbligo d’indicare l’origine della materia prima principale.

Questo aiuta i consumatori a capire cosa stanno acquistando e si ha in moltissimi prodotti grazie ai decreti Origine che hanno dato una miglior attuazione al Reg.UE 1169/2011, direttamente applicabile.

A risentire della sparizione di quest’obbligo saranno alimenti come pasta, riso, latte e passata di pomodoro: ma l’elenco è sicuramente più lungo.

Lo scenario futuro

Non siamo ancora certi di cosa potrebbe accadere in Italia, dato il doppio livello di formazione che entra in gioco. I regolamenti UE infatti al contrario delle direttive, sono direttamente applicabili ed i decreti Origine, hanno solo voluto adattare meglio questi obblighi alla nostra realtà – come si evince anche da GreenMe. Con la nuova normativa entrerà in gioco la semplice etichettatura di origine dell’Ue.

Il Primo aprile infatti entrerà in vigore il Reg UE 775/2018 che attua l’art 26, par 3 del già citato Reg.UE 1169/2011. Questa novità non è stata votata da Germania e Lussemburgo, ma la subiranno ugualmente. Esso si applica esclusivamente se esiste un rischio di confondere il consumatore sulla provenienza di un alimento a causa delle diciture, illustrazioni, simboli o altro sulla confezione.

Questo permette ai produttori di non dover più indicare quale sia la provenienza dell’ingrediente principale se le confezioni non contengono dettagli che potrebbero confondere il consumatore. Il Reg UE 775/2018 non si applica alle Dop, Igp, Stg e a marchio registrato. Ma cos’è un ingrediente primario? La normativa dice

“l’ingrediente o gli ingredienti di un alimento che rappresentano più del 50% di tale alimento o che sono associati abitualmente alla denominazione di tale alimento dal consumatore e per i quali nella maggior parte dei casi è richiesta un’indicazione quantitativa”.

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