Emanuela Orlandi, svolta nel caso: le ossa ritrovate appartengono ad una donna

Dai primi risultati dei test condotti sulle ossa ritrovate in un edificio della Nunziatura in Vaticano rivelano che i resti ossei appartengono ad una donna. Si riaccende così la speranza di conoscere la verità su Emanuela Orlandi scomparsa nel lontano 1983.

Come già noto lo scorso Lunedi 29 ottobre, durante alcuni lavori di ristrutturazione presso la sede diplomatica del Vaticano, la Nunziatura,  alcuni operai hanno ritrovato sotto il pavimento dell’edificio le ossa appartenenti ad uno scheletro umano. Il ritrovamento di tali frammenti ossei, hanno subito fatto pensare ad un probabile collegamento con i casi delle due ragazze scomparse nel 1983 Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.

Il caso si riapre, si ipotizza il reato di omicidio

In virtù di ciò il caso è stato riaperto e la Procura ha deciso di aprire un fascicolo per reato di omicidio , disponendo immediatamente i test per comprovare la compatibilità con una delle due ragazze, Emanuela Orlandi o Mirella Gregori, facendo, si spera luce, sulla verità circa la loro scomparsa avvenuta come è noto nel lontano 1983, quando erano poco più che quindicenni.

I primi risultati dei Test di compatibilità

Secondo alcune indiscrezioni sul caso Orlandi/Gregori le ossa analizzate potrebbero appartenere non solo a due persone distinte, ma i frammenti dello scheletro sarebbero riconducibili a quelli di una donna. Questo è ciò che rivelano i primi risultati dei test di compatibilità effettuai sui resti.

L’Avvocato Laura Sgrò della Procura di Roma dichiara alla stampa:

“c’è un’attività istruttoria in corso e contiamo di avere notizie più dettagliate nei prossimi giorni”

In attesa di nuovi dettagli, si spera che si possa finalmente far luce sul caso.

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