Che cos’è l’effetto alone? Ecco come la nostra mente ci inganna ogni minuto

Avete mai sentito parlare dell’effetto alone? La nostra mente è meravigliosa ma ecco come ci inganna facilmente. Lo avresti mai creduto possibile?

effetto alone
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Spesso tendiamo a mettere in atto il famoso effetto alone, ovvero un meccanismo psicologico non solo molto frequente ma anche automatico. Esso rappresenta una distorsione cognitiva che ci porta a leggere in maniera diversa e distaccata dalla realtà anche una sola caratteristica di una persona, animale o casa.

Che cos’è l’effetto alone?

Basta poco per dire se una cosa ci piace o meno, il classico metro di valutazione alla portata di mano, in tal modo avremo una valutazione singola ma generalizzata su tutto l’individuo in esame. Il giudizio che viene formulato abbraccerà tutti gli aspetti anche quelli che in realtà non conosciamo. Un esempio lampante è considerare le persone di bell’aspetto anche intelligenti.

Purtroppo si consolida e si mantiene nel tempo, risulta essere molto difficile far cambiare idea, bisogna avere delle prove consolidate perchè si cambi l’opinione prefissata. Non avviene soltanto per le caratteristiche positive ma anche per quelle negative, in modo più accentuato per quelle negative.

Nel 1920 lo psicologo Edward L. Thorndike, coniò il termine effetto alone in relazione a uno studio di valutazione da parte di ufficiali che dovevano giudicare i loro soldati su alcune prestazioni fisiche, intellettive e di leadership oltre alle qualità personali. Gli ufficiali attribuirono un giudizio positivo in merito alla prima prestazione positiva, mentre una valutazione negativa al termine della prima prestazione negativa.

Gli ufficiali non valutarono i propri soldati con obiettività ma si soffermarono solo al primo step per emettere giudizio negativo o positivo. L’obiettivo di Thorndike evidenzio come la valutazione di una caratteristica influenzasse tutte le altre.

Gli studi e la valutazione sulla nostra mente

Nisbett e Wilson condussero, 70 anni dopo, un’altro esperimento su due gruppi di studenti universitari sull’effetto alone. Ad ogni gruppo fu mostrato un video che mostrava comportamenti diversi dello stesso professore. In un video era calmo e tranquillo, mostrava caratteristiche positive, nell’altro mostrava caratteristiche negative, era freddo e distaccato.

Quando fu chiesto agli studenti di descrivere il professore, erano entusiasti coloro che avevano letto caratteristiche positive nel suo comportamento, mentre erano poco felici coloro che avevano visto caratteristiche negative del professore e lo descrissero con aggettivi sgradevoli.

Gli studenti erano convinti di aver emesso il loro giudizio sull’aspetto fisico del professore senza lasciarsi influenzare assolutamente da ciò che avevano visto, sostenendo di essere obiettivi nella loro valutazione relativa all’aspetto fisico.

Ma in realtà la loro opinione era fortemente influenzato dal video visto.

Così anche il nostro metro di valutazione è costantemente influenzato dalla superficialità. In conclusione, sappiamo ben poco su ciò che influenza il nostro giudizio sia sull’ambiente circostante che sulle persone, non a caso l’effetto alone ci dimostra proprio ciò. Di solito la nostra valutazione non è solo affrettata ma soprattutto ingannevole.

Manca di attendibile inoltre non è approfondita e tanto meno ponderata.

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