Donatella Rettore, il periodo più buio della sua vita: “Prima di morire…”

Durante una lunga intervista, la cantante ha raccontato il periodo più buio e triste della sua vita: le sue parole hanno spiazzato tutti.

La vita di Donatella non è mai stata tutta rose e fiori, ha passato dei momenti molto difficili, impossibili dimenticarli.

Donatella Rettore, un’icona della musica italiana

E’ una delle cantanti più storiche e innovatrici della musica italiana, l’artista ha iniziato con un pop leggero, per poi negli anni passare a un rock più in stile americano

Il suo stile è stata una vera novità per quegli anni, non solo a livello musicale ma anche per quanto riguarda il look. 

Anfibi, cappotto di pelle e capelli cotonati, è stata la prima rocker italiana.

In molti l’hanno amata per il suo animo ribelle, ma ci sono state persone che hanno avuto da ridire per la sua sfacciataggine. 

La musica è sempre stata nella sua vita, all’età di dieci anni ha iniziato a cantare all’interno delle parrocchie del suo paese interpretando le canzoni di Caterina Caselli. 

Donatella Rettore, il tragico momento

In passato, ha rilasciato un’intervista nella ventesima puntata di Domenica In, il programma di Rai 1 condotto da Mara Venier. 

La cantante e attrice si è raccontata a 360 gradi. 

Ha parlato soprattutto del rapporto complicato che aveva con i suoi genitori, in particolare con sua mamma. 

La cantante inizia il suo racconto parlando della sua infanzia, vissuta serenamente, anche se era figlia unica. 

Suo padre le ha sempre consigliato di fare ciò che si sente e non essere giudicata: 

Mamma diceva che la figlia si doveva laureare, il contrario di quello che ero io che ero sempre in bicicletta e giocavo a basket. Ero un maschiaccio“. 

Addirittura la donna non è mai andata ad un suo concerto perché si vergognava, soprattutto per il suo modo di vestire: 

“Mi diceva che ero sempre con le cosce di fuori“. 

Nonostante questo, la cantante ha rivelato le parole che mamma le disse prima di morire

A me spiaceva ma prima di morire lei mi guardò e mi disse ‘Ti sei sempre na bella tosa (ragazza in dialetto veneto).

Da allora ho capito che lei era contenta: l’ho abbracciata ed è stato bellissimo“.

Un momento difficile da raccontare e soprattutto da vivere. 

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