Domenico Paviglianiti, scarcerato per la seconda volta il boss pluriomicida: il ricorso del Pm

Scarcerato di nuovo il boss Domenico Paviglianiti, dubbi sul calcolo della pena: il Pm fa ricorso

domenico paviglianiti

Domenico Paviglianiti scarcerato: le incongruenze del calcolo della pena.

La storia del boss

Esponente di spicco dell’omonima cosca del territorio laurentino, Domenico Paviglianiti venne arrestato in Spagna il 21 novembre del 1996. Tre anni dopo viene estradato in Italia, con la promessa del governo italiano che non gli sarebbe stato inflitto il carcere a vita perché fino ad allora la Spagna non prevedeva l’ergastolo, introdotto successivamente nel 2015.

Il boss dei boss, come viene definito, Paviglianiti “vanta” una ricca fedina penale: ricercato per associazione mafiosa e traffico di droga, accusato di 7 delitti e 3 tentati omicidi, è implicato anche nell’uccisione di Roberto, figlio di Raffaele Cutolo.

Scarcerato Domenico Paviglianiti

Nel 2012 la Procura di Reggio Calabria impone al boss l’ergastolo, visto che, come prevede la norma, il carcere a vita scatta per chi ha più di 2 condanne superiori ai 24 anni. Domenico Paviglianiti ha, infatti, sulle spalle 4 condanne a 30 anni. L’unica uscita durante la condanna al carcere ostativo è di poco più di 2 ore, in occasione del funerale della madre.

Nel 2018, dopo numerosi ricorsi da parte dei 2 avvocati del boss, viene affidato al gip di Bologna l’intricato compito di dipanare la matassa. È così che, nell’ottobre 2018, il gip attesta la violazione, da parte dello stato italiano, del “principio di buona fede internazionale”. 

Ad agosto 2019 il boss pluriomicida viene quindi scarcerato. L’ergastolo viene sostituito dalla pena massima prevista in Italia (30 anni). Pena che Domenico Raviglianiti ha già espiato, considerando i 23 anni trascorsi in carcere, 1.815 giorni di liberazione anticipata e 3 anni d’indulto. Dopo pochi giorni dalla prima scarcerazione, Raviglianiti rientra in carcere, per quello che viene definito un erroneo conteggio della pena.

Il 18 ottobre scorso un Gip accoglie l’istanza della difesa del boss, disponendone la liberazione. Il Pm, però, ha già fatto ricorso in Cassazione.

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