Discarica a Roma, la Raggi fa dietrofont ma i residenti protestano: “Traditi dai grillini”

Nuova discarica a Roma: il dietrofront di Virginia Raggi, che sbugiarda Beppe Grillo. Intanto i residenti promettono guerra

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Virginia Raggi finisce nel tritacarne mediatico per la scelta della nuova discarica di Roma: cosa sta succedendo?

Nuova discarica a Roma

Il dietrofront della sindaca di Roma, Virginia Raggi, sulla collocazione della nuova discarica, sta già provocando un’infinità di polemiche.

Fino al 30 dicembre il sito per lo smaltimento dei rifiuti, come evidenzia anche Il Messaggero, avrebbe dovuto essere Tragliatella, una località nella periferia di Roma, nel XIV Municipio.

La notte di San Silvestro, però, è venuto fuori un vincolo urbanistico, sembra mai considerato prima, e quindi la scelta ha deviato verso la Valle Graleria, nei pressi di Malagrotta, una delle discariche più grandi d’Europa, chiusa nel 2013 per aver violato delle procedure dell’Unione Europea.

La protesta dei residenti

La questione tutta da risolvere sta proprio nel fatto che la maggioranza del governo Raggi abbia votato, nel corso del suo mandato, almeno 3 atti per garantire la tutela della Valle Graleria.

Alla notizia di qiuesta probabile apertura sono già partite le proteste dei residenti che hanno promesso guerra nel caso si realizzasse il sito di stoccaggio.

Dalla parte delle proteste, anche il deputato pentastellato, Stefano Vignaroli, e alcuni consiglieri del Movimento.

La prima manifestazione sarà il prossimo 11 gennaio. La sensazione dei residenti è di essere stati vittime di una sorta di tradimento da parte dei grillini:

“Questa zona ha già dato, lo dicevano pure i pentastellati, ma ora ci hanno traditi”.

L’impianto della Valle Galeria necessiterà almeno di di 18 mesi prima di essere fruibile. Un tempo piuttosto lungo, al termine del quale il mandato della Raggi sarebbe già terminato, salvo un ripescaggio bis dell’attuale primo cittadino.

Intanto, la situazione rifiuti a Roma è sempre più pesante. In alcune zone la raccolta è completamente ferma e la risoluzione resta tutta nelle mani di Virginia Raggi e della sua giunta.

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