Denise Pipitone, aperta una Commissione Parlamentare d’inchiesta

Il caso di Denise Pipitone, scomparsa 17 anni fa, è tornato ad essere ampiamente discusso nelle ultime settimane.

Denise Pipitone commissione inchiesta

 

Nelle ultime settimane si è tornato a parlare con insistenza del caso della bambina scomparsa 17 anni fa da Mazara del Vallo, Denise Pipitone. Quest’ultima, infatti, non è mai stata dimenticata dalla famiglia tanto meno dai media che hanno continuato a seguire la vicenda.

Ad avanzare la richiesta di istituire una commissione per Denise è stato l’On. Morani

Nello specifico a tenere banco è stata la richiesta da parte dell’onorevole Alessia Morani, deputata del Partito Democratico, di aprire una Commissione d’inchiesta parlamentare.

L’obiettivo, naturalmente, è ricostruire l’accaduto e fare luce sulla vicenda.

A spiegare meglio la vicenda sono stati direttamente la deputata Morani ed il suo collega Carmelo Miceli.

L’obiettivo della commissione sarà dapprima ricostruire le cause ed i motivi dietro questa sparizione, andando a verificare le varie notizie raccolte e le inchieste effettuate.

Leggi anche —> Denise Pipitone, svolta nel caso della bambina scomparsa da Mazara del Vallo: due indagati

La commissione verificherà se nel corso delle indagini siano stati commessi errori

Non solo, quest’ultima avrà il compito di verificare persino se ci siano state delle inadempienze o ritardi nella direzione e nello svolgimento delle indagini.

L’obiettivo dichiarato, quindi, è ritrovare Denise Pipitone anche per tutti i 40mila bambini ad oggi scomparsi.

“La storia di Denise Pipitone, una bambina di allora soli quattro anni, è ormai quasi simbolica, e non può più essere lasciata in balia di sensazionalismi, false piste, connivenze e opacità”.

Al momento si sta già seguendo una pista, ossia quella di indagare sulle dichiarazioni effettuate dal comandante della Polizia Giudiziaria al programma televisivo “Ore 14“.

Quest’ultimo, infatti, raccontò di un clima ostile con minacce che gli hanno impedito di lavorare al meglio. A minacciare l’uomo, nello specifico, sarebbero stati membri della famiglia Corona.

 

Impostazioni privacy