Crisi Usa Iran, il premier Conte telefona al presidente arabo Barham Salih

Nel bel mezzo della crisi Usa Iran, il premier italiano Giuseppe Conte telefona al presidente arabo Barham Salih per fargli avere la sua vicinanza

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Conversazione telefonica tra il presidente del Consiglio e il presidente iracheno Barham Salih nell’ambito della crisi Usa Iran. Cosa si sono detti?

Crisi Usa Iran: la telefonata di Conte

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, telefona al presidente arabo Barham Salih. Accade anche questo nell’ambito della crisi Usa Iran che nelle ultime settimane sta registrando una crescente  tensione.

Come riporta anche Notizie.it, nella serata di ieri il premier italiano ha espresso la sua vicinanza e quella dell’Italia al presidente iraniano.

Una crisi Usa Iran cresciuta con l’uccisione di Qassem Soleimani, il Generale iracheno al comando delle Quods, ucciso durante un’offensiva americana.

Il premier Conte ha espresso la sua fiducia nell’Unione Europea affinché sia fermata l’escalation di violenze messa in atto da parte degli Stati Uniti.

Militari italiani potrebbero lasciare l’Iraq

La telefonata del premier Giuseppe Conte è stata il primo passo ufficiale del governo italiano nella crisi tra Stati Uniti ed Iran. Durante la conversazione, il presidente del Consiglio ha ribadito la vicinanza dell’Italia all’Iran per il raggiungimento della stabilizzazione e il contrasto al terrorismo.

Obiettivo prioritario è quello di dare uno stop alla crescente violenza innescatasi nell’ultimo periodo tra i due Paesi e che non sembra volgere al termine.

La telefonata tra Barham Salih e Giuseppe Conte giunge a poche ore di distanza dalla decisione adottata dal parlamento iracheno di fermare la richiesta di aiuto concessa alla coalizione anti-Isis presente in Iran da oltre 5 anni.

Una decisione, quella del Parlamento iracheno, che potrebbe avere come prima conseguenza l’abbandono da parte del personale miliare occidentale del territorio iracheno. Tra i militari presenti sul territorio ci sono anche 962 soldati italiani, attivi nelle zone di Baghdad e Erbil.

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