Corovavirus, bollettino del 10 gennaio: 18.627 casi e 361 morti

Aggiornamento sulla situazione della pandemia da Covid-19 nel nostro Paese. I dati riportati sono quelli diffusi dal Ministero della Salute.

Il bollettino di oggi 10 gennaio 2021, con gli aggiornamenti sulla situazione del Covid-19 in Italia.

Il bollettino del 10 gennaio

L’evoluzione della pandemia in Italia è monitorata regolarmente dal Ministero della Salute sul portale ufficiale. Il report divulgato ogni giorno riporta i dati riferiti alla situazione nazionale.

Dai dati si evidenzia la curva dei contagi e dei morti e la condizione degli ospedali italiani, con riferimento al numero dei pazienti sintomatici ricoverati nelle terapie intensive.

Un ulteriore dato utile per il monitoraggio riguarda il numero di tamponi eseguiti nelle 24 ore.

Di seguito tutti i dati ufficiali:

  • Nuovi Contagi:18.627   contro i 19.978
  • Morti: 361  contro 483 di ieri
  • Pazienti ricoverati con sintomi: 7.090
  • Pazienti in terapia intensiva:2.615
  • Guariti: 11.174 contro i 17.040
  • Tamponi:139.758 invece dei 172.119

Come appare dai dati, la curva dei nuovi casi è in calo rispetto a ieri, cosi come quella riferita ai pazienti guariti è in diminuzione rispetto alla giornata di ieri. Il dato dei tamponi è in calo rispetto a ieri.

Allo studio un nuovo vaccino anti-Covid

I ricercatori dell’Università di Stanford, stanno sviluppando un nuovo vaccino anti-Covid a base di nanoparticelle.

Si tratta di nanoparticelle di ferritina tempestate di proteina Spike, quello che il coronavirus Sars-Cov-2 usa per penetrare all’interno delle cellule umane.

Secondo quanto è emerso dai test preclinici eseguiti sugli animali, anche una sola dose del siero ha dato il via alla produzione di anticorpi neutralizzanti.

A diffondere la notizia l’Università di Stanford, in California, i suoi ricercatori hanno sviluppato un nuovo vaccino monodose, un vaccino che non necessita del freddo per la sua conservazione o il trasporto.

I vaccini che impiegano i vettori virali per veicolare l’antigene (come d esempio l’Astrazeneca), risultano essere più efficaci di quelli che contengono solo parti isolate del virus.

Un meccanismo che però ha bisogno di più tempo perché si possa produrre. Ma non solo, la sua conservazione necessita del freddo e possono causare effetti collaterali.

L’intento dei ricercatori è di arrivare a un vaccino più economico da destinare alle popolazioni con difficoltà.

Un vaccino che possa essere accessibile a Paesi il cui reddito medio e basso, un  vaccino che non richiede una catena del freddo, che possa essere trasportato sotto forma di polvere liofilizzata.
Come si legge su Fanpage, gli sviluppatori hanno spiegato:

“In confronto, i vaccini più avanzati in fase di sviluppo negli Stati Uniti devono essere tutti conservati a basse temperature, che vanno da circa 8 a -70 °C”.

Ma con un rapido avanzare della sperimentazione degli altri vaccini, per affrontare l’attuale pandemia i ricercatori potrebbero essere già pronti allo sviluppo di un vaccino universale contro i coronavirus, dunque in grado di immunizzare contro quelli che non sono ancora noti.

 

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