Ciao Darwin ‘Sta annegando mentre applaudono’: Paolo Bonolis, feroci accuse contro il programma

Ciao Darwin finisce nella bufera: l’accusa di razzismo arriva dall’altra parte del mondo, dagli Stati Uniti d’America

Paolo Bonolis

Ciao Darwin finisce al centro della bufera mediatica. La trasmissione televisiva è iconica nel nostro paese e attira sempre milioni di telespettatori Mediaset.

Già in passato Paolo Bonolis si era ritrovato a dover fornire spiegazioni relative alle disuguaglianze, che, secondo alcuni, il programma di Canale 5 non farebbe altro che alimentare.

L’accusa di razzismo

“Ciao Darwin è un programma razzista o, almeno, questo è ciò che sostiene David Adler, un economista americano originario di Los Angeles, coordinatore delle proposte politiche del movimento transnazionale e paneuropeo DIEM25.

L’uomo ha pubblicato un post su Twitter, nel quale accusa la trasmissione italiana di atteggiamenti disumani:

“Ho acceso la televisione italiana per trovare Mediaset di Berlusconi. Canale 5 stava trasmettendo uno show chiamato Ciao Darwin, dove gli italiani applaudono a uno straniero nero annegato in un contenitore d’acqua per le risposte sbagliate a domande banali. Tutto questo sotto gli occhi di due uomini e una donna muta in bikini.”

Questa l’analisi dell’uomo, che ha voluto mettere in evidenza il razzismo sul quale secondo lui si baserebbe il programma.

Ciao Darwin

La replica di Salvati

Il tweet di Adler è diventato immediatamente virale ed è arrivato fino in Italia. Tantissime le risposte degli utenti, anche italiani, che hanno appoggiato o controbattuto la teoria dell’uomo.

Anche Marco Salvati, autore storico del programma, ha risposto al post di Adler, ma lo ha fatto in maniera del tutto ironica:

“Ciao, sono un autore del programma. Mi dispiace che tu abbia perso la parte migliore, quando uccidiamo tutti i concorrenti che hanno perso, senza distinzione tra bianchi e neri. Ai bambini a casa piace”.

La replica dell’autore originario del post non è ancora arrivata, ma sono in molti a prospettare lo scoppio di una guerra social.

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