Cesare Battisti, minaccia dal carcere: ‘È preferibile farla finita in un mese’

Cesare Battisti insoddisfatto del trattamento in carcere minaccia nuovo sciopero della fame. Le sue parole di protesta nella lettera al Dap.

cesare battisti

Cesare Battisti si trova in isolamento diurno nel carcere in provincia di Cosenza. Dopo uno sciopero della fame fatto già nel mese di settembre 2020 minaccia di rifarlo se le condizioni di trattamento non migliorano.

Le sue parole di insoddisfazione nella lettera al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

Cesare Battisti minaccia un secondo sciopero della fame

ex terrorista dei Pac Cesare Battisti ha inviato una lettera scritta di suo pugno al DAP, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziari.

L’uomo è profondamente insoddisfatto del trattamento che riceve giorno dopo giorno nel carcere di Corigliano Rossano (Cosenza) da lui soprannominato ‘Guantanamo Calabro’.

Tra le parole scritte si percepisce la rabbia e il malcontento che risiedono nell’uomo per come viene trattato: proprio per questo non esclude di riprendere a breve lo sciopero della fame se le cose non cambieranno.

Battisti punisce quasi ogni aspetto della vita che trascorre a ‘Guantanamo Calabro’. Gli impediscono di avere qualunque contatto con i i membri dell’Isis o con coloro che sono sospettati appartenere a tale gruppo terroristico rendendo la sua permanenza lì una condanna all’isolamento interrotto.

In paragone alla condizione in cui era nel carcere di Oristano Battisti afferma che ora è stato catapultato in un inferno ancor peggiore.

L’isolamento ad Oristano era pesante da sopportare ma lui stesso sottolinea come la vita qui a Corigliano gli sia resa davvero impossibile: il suo spazio vitale è ridotto all’osso.

Giornalmente respira tensione, subisce intimidazioni ed è sottoposto a strettissima sorveglianza a vista oltre che costretto a stare in una cella minuscola a fare letteralmente nulla.

Si lamenta che nella cella non ci sia nemmeno la parvenza di mobilia e che le dimensioni effettive sono davvero incivili: il 30% più piccola e stretta di quella che aveva ad Oristano.

Continua con parole di malcontento

Battisti continua nella lettera, che grazie al suo avvocato Gianfranco Sollai ha potuto inviare al Dap, descrivendo il reparto del carcere di massima sicurezza come un luogo inconcepibile per la sopravvivenza:

Voglio sperare che il Dap trovi per me una sistemazione degna di un Paese civile.

Ha poi continuato dicendo che in caso contrario sarebbe costretto a riprendere lo sciopero della fame come forma di protesta:

 Già che è preferibile finirla in un mese, con la gioia dell’ipocrisia nazionale, piuttosto che agonizzare un anno in condizioni vergognose.

Chiede indietro il computer sottrattogli

Gli agenti gli hanno sottratto il computer confiscandolo. Gli impediscono di portare a termine la stesura della sua opera: Cesare Battisti è uno scrittore, a sua detta.

L’uomo l’ha più volte richiesto indietro ma le autorità penitenziarie hanno risposto sempre che non era possibile. Il motivo rilasciato è stato perché non risulta che la sua professione necessiti dell’uso di un computer per essere svolta.

Su TGCOM24 si legge che nella lettera continua adirato:

Come se non bastasse, mi è stata applicata una feroce censura.

Secondo l’ex terrorista lo Stato vuole impedirgli di interagire con l’esterno in qualunque modo per non acquisire consensi di tipo democratico oppure garantistico.

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