Caso Ruby, Emilio Fede rompe il silenzio: “Sono mortificato”

Dopo la condanna Emilio Fede rompe il silenzio attraverso il Fatto Quotidiano e racconta la sua verità. Ecco i dettagli

Caso Ruby, Emilio Fede
Caso Ruby, Emilio Fede

Emilio Fede è stato condannato per il Caso Ruby, insieme a Nicole Minetti. Ma il giorno dopo vuole sfogarsi tramite il giornale di Marco Travaglio e raccontare tutto.

La condanna per Emilio Fede

L’ex direttore del TG4, insieme a Nicole Minetti, ha ricevuto la sentenza per il processo Ruby – con una condanna di 4 anni e 7 mesi di carcere.

Per legge, vista la sua età pari ad 88 anni, la pena potrebbe essere scontata direttamente a casa agli arresti domiciliari. Ma nonostante questo il giornalista si reputa molto ferito e mortificato per tutto quello che gli sta accadendo, tanto da rompere il silenzio sul giornale di Marco Travaglio. 

Il suo sfogo su Fatto Quotidiano

Secondo quanto rilasciato al quotidiano, il giornalista racconta di aver passato il primo giorno da condannato nella città di Napoli. Una condanna per induzione alla prostituzione, di ragazze maggiorenni che frequentavano spesso e volentieri la casa di Silvio Berlusconi ad Arcore:

“ma secondo voi avevano il problema di essere indotte da me? Sono stupito e mortificato”

Evidenziando che continua la sua lotta per definire l’inesistenza del Bunga Bunga e con una accusa che potrebbe non passare inosservata, nei confronti del giudice che ha emesso la sentenza.

Il giornalista si sente penalizzato per essere stato condannato da un giudice donna che non ha considerato età e gravità della situazione:

“con questi parametri, quanto dovrebbe scontare uno come totò riina?”

Sottolineando che le ragazze andavano ad Arcore di loro spontanea volontà e che non avevano di certo bisogno di essere portate.

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