Caso Regeni, riconsegnati oggetti non suoi: la rabbia dei genitori, “Basta prese in giro”

Gli oggetti che l’Egitto ha riconsegnato agli inquirenti italiani non sarebbero di Giulio Regeni, il grido dei genitori che chiedono una svolta nel caso.

Giulio Regeni
Giulio Regeni

Gli oggetti che il Cairo ha restituito all’Italia non apparterrebbero a Giulio Regeni, lo confermano i genitori del ricercatore ucciso in Egitto nel 2016.

Gli oggetti restituiti non appartengono a Regeni: i dettagli

Pareva finalmente arrivata la svolta nel caso di Giulio Regeni il ricercatore italiano sequestrato in Egitto e poi ritrovato cadavere il 3 febbraio 2016.

Negli anni le inchieste non hanno portato a nulla oltre che ad un progressivo raffreddamento dei rapporti tra le autorità italiane ed egiziane.

Il Premier Conte recentemente aveva auspicato una riapertura del dialogo con Il Cairo ed in tal direzione è stata letta l’iniziativa delle autorità egiziane di far rientrare in possesso degli inquirenti italiani alcuni oggetti di Giulio.

La notizia che riporta ombre sul caso è arrivata nelle scorse ore: gli oggetti riconsegnati- tra cui occhiali da sole da donna, un marsupio rosso ed un pezzo di hashish– non apparterrebbero a Giulio.

A confermarlo i genitori del giovane ricercatore, chiamati ad effettuare il riconoscimento degli oggetti di persona dopo che già in passato avevano compiuto tale operazione tramite foto.

I genitori di Giulio chiedono verità: “Basta prese in giro”

La speranza accesa nei genitori di Regeni è naufragata di fronte all’invio di oggetti che nulla hanno a che fare con quelli richiesti dalla famiglia, come riporta Fanpage.

Gli effetti personali riconsegnati non sarebbero di Giulio ed inoltre mancherebbero anche i suoi vestiti.

“Non intendiamo più farci prendere in giro dall’Egitto”

Secondo i genitori infatti gli oggetti inviati sarebbero solamente cianfrusaglie del tutto inutili  e che non corrispondono a quanto atteso da anni.

“Basta atti simbolici, il tempo è scaduto”

Hanno affermato i genitori che da anni assieme agli avvocati sostengono che Giulio non sia stato ucciso per la sua ricerca come riporta Il Messaggero, e che tali operazioni siano solo il tentativo di depistaggio su altri moventi.

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