Caso Epstein, nuove agghiaccianti ombre sul suicidio. Trump: “E stato Clinton”

Il finanziere suicidatosi nel carcere di Manhattan dopo l’arresto per traffico di minori mette un ombra sul caso Epstein stesso. Che cosa è successo veramente?

Caso Epstein
Caso Epstein

Non si placano le polemiche sul caso Epstein nel carcere di Manhattan dove nelle scorse ore è arrivato l’ordine di sospensione per due guardie e trasferimento per il direttore, sospettati di avere responsabilità nello strano suicidio.

Dal mondo politico arrivano ipotesi complottiste e rischi di inchieste laterali.

Il mistero della morte del finanziere

Il 10 agosto 2019 alle 7.30 i poliziotti entrano in una cella del Metropolitan Correctional Center trovandosi di fronte uno scenario raccapricciante.

Il miliardario era impiccato con un lenzuolo alla parte superiore del letto a castello.

Jeffrey Epstein, imprenditore di 66 anni noto alla classe politica e all’èlite culturale statunitense e mondiale, era detenuto dal 6 luglio scorso con l’accusa di traffico di minori in Florida e New York.

Era il secondo arresto dopo la prima condanna, risalente al 2008, per abusi e induzione alla prostituzione di decine di ragazze appena 14enni.

Un primo tentativo di suicidio era già accaduto il 23 luglio quando l’uomo era stato trovato privo di conoscenza e con alcune ferite sul collo nella sua cella ed era stato per tale ragione trasferito nell’unità di vigilanza antisuicidio.

Molti sono i dubbi e le polemiche che solleva la sua morte in primis sulle dinamiche poiché Epstein era stato lasciato solo in cella e come riporta il New York Post.

Direttore e funzionari sospesi dal carcere

Un video della sorveglianza e la testimonianza di un funzionario della prigione rivelerebbero che le due guardie incaricate della sorveglianza non avrebbero effettuato i consueti controlli previsti ogni mezz’ora.

Perché tutto questo? Si sarebbero addormentate e avrebbero successivamente falsato i registri per coprire quel buco di circa 4 ore nella sorveglianza.

Sempre sul post che riporta un’inchiesta del New York Times si legge anche che una delle guardie non risulta nemmeno essere un vero e proprio “agente di correzione federale” e non risultano ancora chiare le sue competenze.

Trump interviene e diventa un caso politico

Le indagini aperte dopo la morte di Epstein hanno chiamato in causa già diversi appartenenti all’Fbi, al Ministero della Giustizia, all’ufficio del Medico Legale di New York.

Il Dipartimento di New York ha fatto sapere nelle scorse ore di aver disposto il trasferimento ad altra sede del direttore del carcere e la sospensione delle due guardie coinvolte in attesa dello sviluppo dell’inchiesta.

Il caso della morte per apparente suicidio del finanziere accusato di essere a capo di un vero e proprio traffico di ragazze minorenni sottoposte ad abusi e costrette a prostituirsi sta sollevando crescenti polemiche in America.

Poiché l’uomo era al centro di numerose conoscenze nel jet set internazionale come l’ereditiera Ghislaine Maxwell figlia di Robert Maxwell magnate del Mirror Group, sua grande amica ed ora accusata da alcune delle vittime di essere colei che reclutava le minori.

La polemica si sta allargando ulteriormente arrivando a coinvolgere i vertici della politica statunitense.

Trump ha infatti ritwittato nelle scorse ore un post di Terrence Williams in cui il comico di destra sostiene che dietro la morte di Epstein ci siano addirittura Bill ed Hilary Clinton.

La teoria complottistica verso Clinton

La teoria complottista #ClintonBodyCount indica come impegnati ad “eliminare” chiunque potesse minare la loro reputazione ed Epstein risulterebbe tra questi essendo conoscenza nota ai Clinton ed allo stesso Trump.

Qualcuno però solleva il dubbio che Trump stia solo cercando di depistare l’opinione pubblica dalla notizia che il suo Segretario al Lavoro Alexander Acosta potrebbe essere a breve coinvolto nelle indagini.

Questo in quanto ai tempi del primo processo ad Epstein per gravi reati di abusi sessuali su minori nel 2007 era Procuratore Federale.

Lo salvò dal carcere a vita facendogli scontare solamente 13 mesi in una prigione federale con permessi giornalieri per lavoro, nascondendo la cosa alle famiglie delle vittime.

Ma ora sia loro che il resto dell’opinione americana chiede che venga fatta luce su questi fatti.

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