Carabinieri arrestati a Piacenza: spunta l’accusa di tortura

Aumentano i capi d’accusa nei confronti dei carabinieri di Piacenza, già processati per spaccio di stupefacenti e arresto illegale.

carabinieri piacenza
Solamente ieri gli ex carabinieri sono stati interrogati nuovamente.

Arrivano nuovi capi d’accusa nei confronti dei carabinieri di Piacenza arrestati lo scorso 22 luglio. Gli uomini furono arrestati per diversi reati come l’abuso di potere e lo spaccio di sostanze stupefacenti.

I responsabili sono stati catturati lo scorso 22 luglio

Gli uomini, inoltre, avevano creato un vero e proprio giro d’affari minacciando d’arresto e riempiendo di botte molti spacciatori nel caso non volessero collaborare. A questa già raccapricciante vicenda si aggiunge un nuovo capo d’accusa: quello della tortura.

Si infoltiscono, dunque, le accuse nei confronti dei carabinieri di Piacenza i quali erano a servizio della caserma di Levante. Al momento dell’arresto, infatti, i carabinieri sono stati giudicati colpevoli di: falso ideologico, lesioni personali aggravate, ricettazione e spaccio di sostanze stupefacenti, arresto illegale.

Ad essere imputati in special modo l’ex maresciallo Marco Orlando, oltre che all’ex comandante della compagnia, Stefano Bezzecheri. Inoltre, è stato fissato per settimana prossima l’incidente probatorio, che si consumerà in due giornate.

Saranno in 7 a testimoniare contro i carabinieri nell’incidente probatorio

Durante quest’ultimo, saranno ben 7 i testimoni, i quali hanno subito in molti casi violenza fisica, che racconteranno le esperienze subite dagli ex militari. Proseguiranno, inoltre, anche gli interrogatori nei confronti dei carabinieri, l’ultimo tenutosi proprio ieri, 2 ottobre, in procura e nel carcere di Pavia.

Tornando agli episodi di tortura, quest’ultimi sarebbero avvenuti nel biennio 2018-2020 ed avrebbero come protagonisti Giuseppe Montella e Daniele Spagnolo. Tra gli episodi presentati dall’accusa, uno schiaffo inflitto ad un 19enne, il quale poi sarebbe stato lasciato a terra mezzo nudo nel cortile della caserma di Levante.

Infine, tutti gli accusati avrebbero risposto alle domande degli inquirenti tranne Orlando, il quale si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere.

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