Calabria: il professor Eugenio Gaudio è il nuovo commissario della sanità

Il nuovo commissario della sanità in Calabria è Eugenio Gaudio. Il professore ha deciso di delegare Gino Strada mentre Zuccatelli si è dimesso nel pomeriggio.

eugenio gaudio

Eugenio Gaudio e Gino Strada, secondo Palazzo Chigi, saranno in grado di far ripartire la sanità calabra.

La decisione del Consiglio dei Ministri

Il rettore uscente della Sapienza di Roma, Eugenio Gaudio, è il nuovo commissario della sanità calabrese. Dopo le dimissioni di Zuccatelli, il Consiglio dei Ministri ha fatto la nuova nomina. Le dimissioni di Zuccatelli erano state espressamente richieste dal Ministro Speranza. L’ormai ex commissario, infatti, era finito in una bufera mediatica a causa di un video risalente all’inizio della pandemia. Lo stesso Zuccatelli ha affermato che le sue dimissioni sono ragionevoli.

Insieme ad Eugenio Gaudio, farà parte della squadra, Gino Strada, con una delega speciale. Le sue mansioni non sono ancora state decise. Ha confermato la sua disponibilità, stando a quanto ha affermato Palazzo Chigi. L’obbiettivo è far ripartire la sanità in Calabria.

Chi è Eugenio Gaudio

Eugenio Gaudio è calabro, di Cosenza. Nel suo curriculum si annoverano, un diploma al conservatorio dell’Aquila in pianoforte, poi medico specializzato in Medicina interna, ricercatore ed ex Rettore dell’Università La Sapienza di Roma. E’ inoltre diplomato presso il Conservatorio dell’Aquila in pianoforte. La sua figura è stata scelta probabilmente perché è un italiano vero ma anche un medico vero.

Purtroppo, sulla sua testa, pende l’accusa di turbativa nei concorsi effettuati all’Università di Catania. E’ in corso contro di lui, un’indagine dalla procura di Catania. L’inchiesta risale al 2019. Tra gli altri indagati spicca anche Marco Montorsi di Rozzano, presidente della società italiana di chirurgia.

Sarebbe accusato di aver alterato i bandi di concorso che prevedevano l’assegnazione di borse e dottorati di ricerca. Eugenio Gaudio, in particolare, sarebbe imputato di aver favorito la figlia di D’Agata, ex procuratore.

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