Bracciante picchiato e gettato in un canale: scattano le manette per due persone

Un bracciante è stato picchiato e gettato in un canale a Terracina. I responsabili sono stati due imprenditori agricoli per cui sono scattate le manette.

bracciante picchiato

I due imprenditori, responsabili di aver picchiato un bracciante, sono padre e figlio. I due sono stati arrestati per estorsione, lesioni personali aggravate e rapina per sfruttamento di forza lavoro nei campi.

Il bracciante è ricoverato

A Terracina, un bracciante è stato picchiato e gettato in un canale. L’uomo è di origine indiana, ha 33 anni e si trova al pronto soccorso. Il motivo delle percosse sarebbe stato la richiesta, da parte del lavoratore, di una mascherina e altri dispositivi di protezione ai suoi titolari. A seguito di questa richiesta, l’uomo sarebbe stato licenziato, picchiato con violenza e gettato in un canale. Oltre a richiedere i dpi previsti dal governo, il bracciante aveva chiesto anche lo stipendio per l’ultimo mese.

Proprio il ricovero dell’uomo avrebbe fatto scattare le indagini. Il ragazzo 33 enne aveva riportato fratture e lesioni. Probabilmente era stato picchiato con un attrezzo.

In manette due imprenditori

I responsabili sono i titolari della azienda agricola Orticola Tombolillo di Terracina. Un’azienda specializzata nella produzione e vendita di ortaggi. IN manette padre e figlio rispettivamente di 52 e 22 anni. I due sono stati arrestati ma, il primo è ai domiciliari e, il secondo, deve presentarsi alla polizia giudiziaria. Ai danni dei due uomini: reati di estorsione, rapina e lesioni personali aggravati. I due sfruttavano braccianti stranieri.

Il sindacato ha fatto scattare la denuncia. Come si legge su Fanpage, Roberto Iovino, segretario confederale Cgil di Roma e del Lazio, ha affermato:

“Terracina e il pontino non sono nuovi a questi episodi, lo scorso autunno siamo scesi di nuovo in piazza della Libertà a Latina dopo che un imprenditore agricolo aveva minacciato numerosi lavoratori con un fucile. Serve più legalità e dignità per chi lavora nelle campagne, per questo la legge sul caporalato deve essere applicata in tutte le sue parti”.

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