Bosnia, le esperienze di coloro che hanno tentato il “Game”: picchiati dalla polizia croata

The Game, il “gioco”, come viene chiamato il tentativo di attraversare il confine croato, nelle campagne vicino al confine bosniaco.

Game, il “gioco”, di chi prova ad attraversare il confine croato.

Due testimonianze di chi ha provato il Game e ancora sta tentando di entrare.

Agenti di polizia croati

Sono alle porte dell’Europa, a circa trenta chilometri dal quel paradiso naturale che sono i Laghi di Plitvice, sono in migliaia e stanno vivendo l’inferno.

Le organizzazioni umanitarie si sono mosse per dare assistenza, ai migranti rimasti senza un posto dove andare dopo la chiusura del campo profughi, nel nord est della Bosnia ed Erzegovina. Tuttavia è ancora forte l’indifferenza per le persone scappate dai loro Paesi che vorrebbero solo un’opportunità di vita migliore.

Come riferisce Fanpage, è il caso di due fratelli di 17 e 16 anni, i quali, arrivati in Croazia, sono stati brutalmente picchiati da quelli che vengono riconosciuti come “agenti di polizia” croata.

Sul loro corpo sono visibili i segni delle violenze subite, il più giovane dei due ha raccontato:

“Sono rimasto svenuto per due ore finché mio fratello non è venuto a prendermi”.

Si trovano sulla rotta balcanica, contro il muro fortificato d’Europa, qui dove i più audaci tentano “the game”, il “gioco”,  così viene chiamato il tentativo di attraversare il confine croato.

The Game

Per chi non vuole finire nell’oblio ed è ancora abbastanza forte per resistere, i manganelli e le botte della polizia croata, di cui è nota l’efficacia dei respingimenti, incutono meno timore.

I due fratelli provengono dall’Afghanistan e come altri vengono picchiati con manganelli e cinture, privati dei vestiti e delle scarpe e riportati entro il confine, la loro colpa è cercare la libertà che nei rispettivi Paesi non hanno.

Uno di loro per ora non ritenterà il game. Tentando di entrare in Croazia è stato picchiato, cinque contro uno. Ora gli dolgono le costole e gli fanno male i piedi.

Dopo che gli hanno tolto tutto quello che aveva, comprese le scarpe, lo hanno rimandato in Bosnia, con una temperatura che come è facile intuire è proibitiva per chi ha le scarpe, figuriamoci per chi è in ciabatte e calzini.

Ma i due non demordono, uno di loro vuole raggiugere la fidanzata a Zagabria e poi raggiungere la Germania.

Sogni di adolescenti che non vivono la loro età, cercano di raggiungere un mondo dove i diritti ci sono, ma vengono scacciati dai cani e dai droni.

Hanno iniziato a fare ‘the game’ in gruppi di 50 persone, in modo da aggirare il blocco, se ne vengono fermati in 30, forse in 20 possono sperare di passare.

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