Borse del Vecchio Continente: Spread resta sotto 160 punti, petrolio in calo, oro sopra i 1.800 dollari

Borse europee, Spread sotto i 160 punti percentuali

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La speranza di giungere ad un accordo nel pomeriggio sul Recovery Fund tra i Paesi europei dà fiato ai listini dei mercati borsistici del Vecchio Continente.

Una possibile intesa potrebbe favorire anche i titoli governativi e l’euro, che hanno imboccato il trend rialzista da inizio marzo.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha definito l’accordo «possibile» e il premier olandese Mark Rutte parla di

«un ottimo testo di bozza»

sul meccanismo del freno d’emergenza.

In leggero calo lo spread BTp/Bund che guarda con il fiato sospeso ai negoziati al Vertice UE.

Sul mercato secondario MTS, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (IT0005403396) e l’omologo tedesco si attesta a 156 punti base.

In discesa il rendimento del BTp decennale benchmark che si attesta all’1,14 per cento.

Rapporto petrolio/oro sotto la lente di Morgan Stanley

Gli analisti di Morgan Stanley ritengono che il rapporto tra due delle materie prime più seguite al mondo sia “degno di nota”.

Ciò potrebbe interessare coloro che cercano indicazioni sulla direzione dei prezzi del petrolio.

“Il rapporto petrolio-oro è stato storicamente un cattivo indicatore dei futuri prezzi del petrolio”,

hanno riferito Martijn Rats e Amy Sergeant di Morgan Stanley in una nota di ricerca pubblicata recentemente.

I futures sul greggio tendono ad essere sostenuti durante i periodi di alta inflazione, mentre l’oro viene tradizionalmente usato come copertura contro l’inflazione.

Il rapporto tra petrolio e oro mostra quanti barili di petrolio sono necessari per acquistare un’oncia d’oro.

Allo stato attuale, i futures sul greggio benchmark Brent sono in calo di oltre il 35% da inizio anno, in linea con il loro anno peggiore dal 2015.

Al contrario, i futures sull’oro spot sono scambiati di oltre il 19% quest’anno, sulla buona strada per il migliore anno dal 2010.

Rats e Sergeant hanno spiegato che l’attuale prezzo del petrolio è risultato essere

“sostanzialmente alla pari”

con il rapporto tra il minimo del 1986 e circa il 20% in meno rispetto al minimo all’inizio del 2016.

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