Coronavirus, Bonus 100 euro in busta paga: a quale platea di lavoratori spetta?

Bonus 100 euro in busta paga: perché non spetta agli smart workers?

Nonostante lo stop delle attività produttive per evitare il contagio Covid-19 molti lavoratori hanno continuato a lavorare regolarmente in piena emergenza Coronavirus.

Il bonus 100 euro in busta paga previsto dal Dl Cura Italia verrà riconosciuto ai lavoratori costretti a continuare a lavorare in sede nonostante l’epidemia.

Per venire incontro ai lavoratori dipendenti che hanno continuato a prestare la propria attività lavorativa, il Governo ha introdotto nel Decreto-Legge 18/2020 del 17 marzo una misura ad hoc volta ad aiutare tale platea di lavoratori.

E gli smart workers hanno diritto al premio 100 euro in busta paga? Tale bonus è pensato solo per chi ha continuato a lavorare in sede e non per chi lavora da remoto o in smart working.

Pertanto, il Bonus 100 euro in busta paga non viene riconosciuto alla platea di lavoratori che lavorano in smart working.

Per questo motivo l’aumento in busta paga non interesserà chi sta continuando a lavorare da casa, mentre si vedranno accreditare il bonus tutti coloro i quali continuano a recarsi in azienda.

Bonus 100 euro in busta paga anche ai lavoratori part time?

Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate il bonus 100 euro in busta paga spetta anche ai part-time.

Per il calcolo dell’importo spettante non si tiene conto delle ore di lavoro svolte, ma solo delle giornate di presenza a lavoro.

Bonus 100 euro in busta paga: quando spetta?

Il Bonus 100 euro in busta paga è una tantum e spetta per il mese di marzo 2020.

Il beneficio economico spetta solamente per chi ha continuato a lavorare nonostante l’emergenza epidemiologica e non spetta per le giornate di ferie, malattia e per le altre assenze.

Il Premio 100 euro in busta paga è da rapportare anche al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro.

L’intero importo spetta a tutti ma in base ai giorni di lavoro effettivamente svolti.

I 100 euro devono essere proporzionati ai giorni lavoratori svolti nel mese di marzo.

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