Bimbo caduto dal carro, emerge la dura decisione della Procura sulla morte di Gianlorenzo

Occhi puntati sulla terribile morte di Gianlorenzo, il bimbo caduto dal carro, con la dura decisione della Procura soprattutto per la madre del piccolo

Bimbo caduto dal carro
Bimbo caduto dal carro

Gianlorenzo è il bimbo caduto dal carro durante il carnevale di Bologna e ora la Procura si esprime in merito alla sua terribile morte.

La morte di Gianlorenzo Manchisi

Era il 5 marzo in un giorno che sarebbe dovuto essere di festa e felicità. Gianlorenzo di due anni e mezzo non vedeva l’ora di partecipare al Carnevale con la sua maschera dell’Uomo Ragno e tirare i coriandoli.

E’ salito su un carro insieme alla sua mamma e ad un certo punto è caduto: lui voleva scendere, si è sporto troppo ed è scivolato sul pavimento per poi oltrepassare le ringhiere di colore giallo. La sua caduta sull’asfalto gli ha fatto sbattere la testa e il padre – che stava passeggiando portando il suo passeggino – ha assistito attonito a tutta la scena.

Immediati i soccorsi da parte del 118 che lo hanno trasportato in Ospedale, ma purtroppo dopo un giorno di agonia Gianlorenzo non ce l’ha fatta ed è deceduto.

La decisione della Procura di Bologna

La Procura di Bologna ha terminato di effettuare le indagini su questo delicato caso. Le persone che ora potrebbero dover affrontare un processo sono la mamma – Siriana Natali

“per imprudenza e disattenzione”

Insieme all’estitore del carro Paolo Cannellini e del collaudatore Marco Pasquini. La famiglia della vittima si opporrà alla richiesta della Procura per la possibile accusa di omicidio colposo.

Gli avvocati difensori dei genitori evidenziano:

“riteniamo inaccettabile la mancata individuazione del profilo di responsabilità colposa nei confronti del comitato organizzazione e istituzioni preposte al controllo”

Precedentemente assolti i tre ora possibili accusati, perché proprio la Procura mette sotto la lente di ingrandimento non solo l’attenzione della mamma ma anche il carro che non aveva alcun sistema di protezione – procedendo nuovamente con l’accusa di omicidio colposo.

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