Beirut, probabile superstite sotto le macerie dell’esplosione. Prosegue l’inchiesta

Superstite intrappolato sotto le macerie dell’esplosione al porto. L’inchiesta prosegue con ritrovamento di altro nitrato.

ricerca supersite tra le macerie
ricerca tra le macerie

Le squadre di ricerca credono che ci sia ancora un superstite intrappolato sotto le macerie dell’esplosione del porto di Beirut: l’inchiesta va avanti e le autorità trovano altro nitrato.

I morti sono stati 191 e il disagio arrecato al paese con l’aggiunta dell’emergenza coronavirus è stato distruttivo.

Beirut, superstite sotto le macerie dopo un mese

Il 4 Agosto 2020 il porto di Beirut si è tinto di rosso a causa dell’esplosione di 2.700 tonnellate di nitrato nella zona portuale.

Una nuvola di gas e fuoco a forma di fungo tossico si librò nell’aria e la distruzione di gran parte della cittadine fu inevitabile.

Più di 190 i morti si contano al momento e oltre 5.000 i feriti rimasti coinvolti nell’esplosione. Le squadre di ricerca hanno lavorato intensamente e senza sosta per salvare quante più persone possibile.

Dopo un mese dal tragico evento una flebile speranza dona conforto ai ricercatori: forse c’è un superstite che attende di essere salvato dalle macerie opprimenti. Le squadre di ricerca cilene sono convinte che ci sia qualcuno intrappolato sotto le macerie di un edificio crollato il 4 agosto.

Gli uomini incaricati di sgomberare l’area da detriti e macerie stanno facendo tutto il possibile, la speranza è l’ultima a morire.

Non si danno pace e hanno intensificato le ricerche per salvare il presunto superstite che potrebbe essere sopravvissuto sotto il peso di massi e macerie per 1 mese intero.

Come si legge su Adkronos il governatore di Beirut, Marwan Abboud, ha riferito alla Dpa che i rilevamenti fatti sul luogo confermano la possibilità che ci sia qualcuno intrappolato:

Speriamo con tutto il cuore che ci sia. Le squadre di soccorso cilene stanno lavorando sulla scena

 

Il segretario generale dell’organizzazione George Kettneh conferma che le autorità competenti hanno inviato anche la Croce Rossa in aiuto alle squadre di ricerca.

Ritrovare e salvare una persona dalle macerie dopo un mese dalla tragedia sarebbe una gioia anche maggiore della nascita del piccolo George in sala parto durante l’esplosione.

Inchiesta esplosione Beirut: trovate altre tonnellate di nitrato

La causa della tragedia fu l’esplosione di 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio nella zona portuale di Beirut.

Una sostanza tossica e pericolosa lasciata incustodita per negligenza dalle autorità portuali e non solo che ha causato danni enormi alla città.

L’esercito libanese ha confermato di aver ritrovato ieri altro nitrato di ammonio vicino una delle entrate portuali in un container, per la precisione 4,35 tonnellate.

È la medesima sostanza che il 4 agosto è esplosa distruggendo case, edifici, strade e vite umane.

Il giudice incaricato dell’inchiesta ha già arrestato il direttore del porto settimane fa con altre 20 persone ma non si ferma qui. Ha interrogato il premier dimissionario Hassan Diab che testimoniò per primo sulla tragedia avvenuta.

Il giudice non ha esitato a chiedere al premier da quanto tempo sapeva dell’elevata pericolosità del carico di nitrato di ammonio e quali sono state le misure adottate per tutelare città e abitanti.

Sia lui che il presidente Michel Aoun erano a conoscenza della presenza dei container pieni di questa sostanza tossica ed esplosiva grazie al rapporto che avevano ricevuto il 20 luglio.

L’inchiesta non si ferma ancora e prosegue senza sosta.

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