Barriera corallina, la lotta per la sopravvivenza: lo studio britannico

La barriera corallina lotta per sopravvivere. Lo attesta uno studio britannico dell’ dell’Università di Southampton.

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La barriera corallina non vuole morire e lotta per poter sopravvivere. Dopo lo sbiancamento e tutte le attività umane che la feriscono, sopravvivere mostrando tratti dai colori sgargianti e non solo bianchi e grigi a causa dei cambiamenti climatici. Queste sembrano le conclusioni di uno studio britannico fatto dall’Università di Southampton che possiamo leggere su Current Biology.

I risultati dello studio

Il riscaldamento climatico sta creando molti danni agli ecosistemi naturali. A causa di questo le barriere coralline stanno perdendo i loro colori e alcuni scienziati hanno dichiarato come morte alcune parti.

Alcune creature coralline hanno una delicata simbiosi con minuscole alghe che sono incorporate nelle loro cellule. Questo rapporto offre dei vantaggi ad entrambe le parti, le alghe hanno protezione nutrimento e anidride carbonica, mentre gli animali possono soddisfare le esigenze energetiche ricevendo prodotti fotosintetici.

Si tratta di un equilibrio delicato, che può essere messo in crisi dalla variazione di un singolo grado e la simbiosi cessa. Le alghe se ne vanno il corallo brilla attraverso lo scheletro di calcare bianco, arrivando al fenomeno dello sbiancamento dei coralli e successiva morte.

Secondo i ricercatori quando ci sono sbiancamenti, i coralli invece creano uno strato protettivo. Questo potrebbe incoraggiare le alghe a ristabilire il rapporto simbiotico, tornando dal corallo. Il curatore dello studio Jörg Wiedenmann spiega:

“Quando i coralli perdono i loro simbionti, la luce in eccesso viaggia avanti e indietro all’interno del tessuto animale, riflessa dallo scheletro del corallo bianco. Questo aumento del livello di luce interna è molto stressante per i simbionti e può ritardare o addirittura impedire il loro ritorno dopo che le condizioni tornano alla normalità[…] l’aumento dei livelli di luce interna aumenterà la produzione di pigmenti colorati e fotoprotettivi. Il livello di protezione solare risultante promuoverà successivamente il ritorno dei simbionti. Quando la popolazione di alghe inizia a riprendere luce per la necessaria fotosintesi, i livelli di luce all’interno del corallo diminuiscono e le cellule di corallo abbassano la produzione dei pigmenti colorati al loro livello normale”.

Per dire che i coralli sono definitivamente salvi è presto. Probabilmente il momento di surriscaldamento è stato breve e di lieve intensità. Possiamo vederlo come una speranza per il recupero, sperando in migliori opportunità di recupero se saremo in grado di ridurre l’effetto serra.

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