Bari, truffa alle assicurazioni: 13 arresti e 27 gli indagati

Prostituzione, riciclaggio, truffa alle assicurazioni e peculato sono solo alcune delle accuse contestate agli imputati.

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Tra i finti sinistri ci sono anche due aborti. Dei 13 arrestati, due sono finiti in carcere.

Truffa alle assicurazioni: sventata un’associazione criminale a Bari

Una vera e propria banda criminale quella che era stata messa in piedi nel capoluogo leccese. Tra le pesanti accuse nei confronti degli indagati, figurano quelle di riciclaggio, truffa alle assicurazioni, autoriciclaggio, peculato, favoreggiamento, associazione per delinquere e sfruttamento della prostituzione.

Come riferisce anche Tgcom24, le indagini della guardia di Finanza di Bari hanno portato all’arresto di 13 persone, due delle quali sono finite in carcere, le altre 11 ai domiciliari. Altre 27 invece risultano indagate a vario titolo.

Tra i finti referti ci sono anche quelli di due aborti falsamente scaturiti da incidenti fittizi.

Tra gli indagati al vertice dell’associazione figurerebbero alcuni residenti in provincia di Bari, tra cui un avvocato già imputato negli anni scorsi per delitti contro il patrimonio.

Le indagini partite da alcune segnalazioni delle compagnie assicurative

A far partire le indagini sarebbero state alcune segnalazioni giunte alla Procura di Bari da parte di alcune compagnie di assicurazione. Gli uomini delle Fiamme Gialle sono quindi partiti con gli approfondimenti del caso ed hanno scoperto il vaso di Pandora dei truffatori.

Tutto partiva da un falso referto medico, che accertava danni inesistenti a seguito di incidenti stradali. Inoltre, venivano utilizzate testimonianze fittizie, riguardanti incidenti stradali mai avvenuti o esasperati nei racconti.

I due aborti sarebbero stati denunciati da due donne, appartenenti allo stesso gruppo di truffatori, per ottenere risarcimenti di migliaia di euro.

Agli imputati è addebitato anche il reato di sfruttamento della prostituzione: dalle indagini infatti è emerso che alcune donne, soprattutto straniere, venivano costrette a prostituirsi esercitando l’illecita attività negli immobili appartenenti a membri dell’organizzazione.

 

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