AstraZeneca, tutte le informazioni sul vaccino che ha preoccupato l’Europa

Breve storia di un siero che ha preoccupato e continua a preoccupare gli europei: dalla sperimentazione ai benefici, passando per i temuti effetti collaterali.

Astra-Zeneca, storia del vaccino che ha destato sospetto in europa
Vaccino

Era lunedì 15 marzo quando avveniva la sospensione, anche in Italia (decisone presa da 13 Paesi comunitari) del vaccino anglo-svedese. Ieri, a distanza di qualche giorno, l’agenzia europea del farmaco (EMA) si è pronunciata a favore di AstraZeneca. Ma l’interruzione desta ancora qualche sospetto.

Gli inizi

Una questione a lungo dibattuta, di cui ripercorriamo di seguito le tappe, a partire dagli albori, per capire cosa ha provocato le perplessità dell’organo europeo controllore dei farmaci e perché adesso i dubbi sono stati dissipati.

I primi risultati della sperimentazione del vaccino nato dalle ricerche congiunte dell’università di Oxford con la società di biotecnologia molecolare di Pomezia IRBM è stato pubblicato lo scorso luglio sulla rivista scientifica britannica Lancet.

Ad assumerlo in via sperimentale erano state 1077 persone, tutte sane e tra i 18 e i 55 anni.

Gli scienziati, nel primo test sugli uomini, hanno potuto mettere alla prova, più che l’efficacia del siero, la sua sicurezza.

Al suo esordio, come viene riportato nel report, non ci furono effetti collaterali gravi.

Al contrario, coloro che avevano ricevuto il vaccino potenziavano, nelle quattro settimane successive l’inoculazione, la loro risposta anticorporale.

I test autunnali

Assicurata l’assenza di rischi gravi, le ricerche sono proseguite fino a giungere a una seconda sperimentazione nei mesi successivi.

Stavolta i volontari erano 560, tutti maggiorenni, come riportato sempre su Lancet.

L’esito fu favorevole. Non vi furono effetti gravi collegati al vaccino, se non quelli che si presentano “con la stessa frequenza” nella popolazione in generale.

Si evidenziava poi come la risposta fosse più forte nei più giovani, perdendo progressivamente di vigore con l’avanzare dell’età.

Dati mal pubblicati

L’azienda è giunta poi, a dicembre, a un’analisi più dettagliata.

Stavolta il nuovo dato era la maggiore efficacia del vaccino dopo la seconda dose.

Un’ulteriore sperimentazione, che cha coinvolto ben 24.000 volontari, tra Gran Bretagna, Brasile e Sudafrica e si è svolta in un arco temporale ampio, da aprile a novembre del 2020.

Anche stavolta i risultati sono stati incoraggianti: la sicurezza era ribadita (non vi furono effetti collaterali gravi) e l’efficacia media si attestò al 70%.

Il dato è stato però un errore, perché nel report si afferma che i volontari abbiano ricevuto un’unica dose, ma invece la sperimentazione si è svolta in modo disomogeneo. Se si arriva alla seconda inoculazione, l’efficacia arriva al 90%.

Lo cha reso noto Mene Pangalos, vicepresidente della ricerca e dello sviluppo dell’azienda farmaceutica. Ha spiegato che a una parte dei partecipanti, 3.000 persone, era stata inoculata solo una parte del vaccino.

Come spesso accade per gli scienziati, l’errore ha portano risvolti positivi. I 3.000 volontari sono stati richiamati per una dose intera, raggiungendo così un totale di una dose e mezza. Stavolta la risposta al covid-19 era di molto migliorata. 

Non si sa ancora il motivo, ma l’evidenza scientifica è che una dose di vaccino più bassa nella prima inoculazione, fortifica di molto la risposta del virus.

Un errore fatale (per la reputazione) di AstraZeneca

Ma ormai lo strafalcione nell’elaborazione dai dati aveva già incrinato la percezione comune della multinazionale.  

Il carico di tensione e sfiducia non si smorzò con gli effetti positivi provenienti dal Regno Unito, in particolare della Scozia, dove l’antidoto fu approvato con anticipo rispetto all’Europa continentale.

Qui la sola prima dose diminuì drasticamente le ospedalizzazioni e fu dimostrato che il vaccino era efficace anche sulla popolazione anziana.

Lo scossone degli effetti collaterali e delle morti

Il foglietto illustrativo del farmaco li riporta tutti gli effetti collaterali fisiologici diffusi e non gravi: febbraio, emicrania, gonfiore nella zona dell’iniezione, nausea e diarrea.

Meno frequenti, ma possibili, sono prurito o eruzione cutanea, ingrossamento dei linfonodi, sonnolenza.

Tutto è proseguito in modo scorrevole e previsto sebbene un po’ destabilizzante, come è avvenuto per le scuole ritrovatesi con la metà dei docenti in seguito ad avere risposto all’importate appuntamento coi vaccini.

Poi, come è noto, si sono verificati anche dei casi di trombosi e decessi in chi aveva effettuato il vaccino.

Prima l’Ema e poi Organizzazione Mondiale per la Sanità hanno asserito come gli eventi tromboembolici non aumentano con l’assunzione del vaccino, al contrario diminuiscono nella popolazione vaccinata. 

È stato poi dissipato ogni dubbio su una correlazione tra morti e siero. Così si riprende a vaccinare con tutte le scorte a disposizione e a nuovo ritmo, velocissimo.

Rimane l’invito alla cautela. Come per l’assunzione di ogni farmaco, bisogna prestare attenzione ai sintomi e chiamare il proprio medico in caso di lividi e/o sanguinamento.

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