Antonio Fosson, indagato il Presidente della Valle D’Aosta: scambio elettorale

Le accuse ad Antonio Fosson coinvolgono la ‘Ndrangheta. Il presidente della Valle d’Aosta, infatti, sarebbe indagato per voto di scambio.

antonio fosson

Oltre ad Antonio Fosson, le indagini hanno portato anche a Lauren Vietrin, ex governatore della Regione.

Antonio Fosson: le accuse sono di scambio elettorale politico mafioso

Il presidente della Valle d’Aosta, Antonio Fosson, è al centro di una inchiesta portata avanti dalla Dda di Torino. Valerio Longhi è il Pm che coordina l’inchiesta che riguarda le elezioni regionali del 2018 ed il coinvolgimento della ‘Ndrangheta nel condizionamento dei voti. Fosson, dunque, è indagato proprio per scambio elettorale politico mafioso. Per lo stesso motivo, sono indagati altri assessori e consiglieri regionali.

L’ex senatore della Repubblica Fosson ha ricevuto un avviso di garanzia e con lui anche Laurent Vierin, assessore del turismo ed ex presidente della Regione. Ma non solo. Tra i nomi figurano anche Stefano Borrello, assessore alle opere pubbliche, e Luca Bianchi, consigliere regionale. Vierin, Borrello e Bianchi sono già stati interrogati.

Le accuse

I Carabinieri hanno raccontato di un incontro tra l’ex presidente Vierin ed il bosso nel 2014. Il boss era Roberto Di Donato e l’incontro avvenne a Aumavilles nel domicilio di Alessandro Giachino. Questo incontro della durata di un’ora, fu monitorato dagli inquirenti con foto.

Un incontro i cui effetti si videro già il 12 maggio successivo. Come si legge su TgCom24, infatti, venne organizzato nel bar Nord a Cogne, un aperitivo per celebrare Vierin. Alessandro Giachino chiamò il 15 maggio l’ex sindaco di Valtournenche. Dalla telefonata:

“si ha il riscontro dell’avvenuto accordo tra Laurent Vierin e il locale, cioè la richiesta del politico di voti, per lui e i candidati della sua lista, e la seguente approvazione del sodalizio criminale che ha concordato e approvato i candidati da supportare, stabilendo anche i voti da attribuire”.

Hanno affermato gli inquirenti, dunque, che l’evento al bar avesse un chiaro scopo elettorale.

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