Anastatus bifasciatus, arriva la risposta alla cimice asiatica

L’anastatus bifasciatus potrebbe essere una risposta per eliminare la cimice asiatica. Questi insetti mangiano le uova del parassita.

Anastatus bifasciatus cimice asiatica

La Anastatus bifasciatus  potrebbe essere la risposta per eliminare la cimice asiatica, che è un pericoloso parassita per le colture. Quest’insetto antagonista sfrutta le uova della cimice per la propria riproduzione. Alcuni esemplari saranno liberati in zone particolarmente colpite dalla specie asiatica, per provare ad arrestarne la riproduzione.

La lotta alla cimice asiatica

Bioplanet libererà circa mezzo milione di Anastatus bifasciatus, un insetto parassita a sua volta. Quest’iniziativa sarà supportata anche da Organizzazioni di produttori (OP), consorzi e aziende agricole. Un metodo di lotta biologica a questa specie alloctona, che aveva cercato di sfruttare anche la vespa samurai. Ai microfoni di Flash Plaza Stefano Foschi della Bioplanet ha spiegato:

“La cimice asiatica è ora nel pieno della deposizione delle uova ed è questo il momento ideale per inserire un insetto come Anastatus bifasciatus che proprio le uova della cimice va a colpire, utilizzandole per la propria riproduzione”.

Non verranno introdotte nuove specie non originarie del nostro paese. L’Anastatus è un imenottero Eulophidae non fa nascere alcun nuovo rischio ambientale, definito come facente parte dell’entomofauna italiana. Non ha timore di altri possibili parassiti delle uova della cimice asiatica. La maggior parte degli esemplari liberati saranno distribuiti tra le province di Trento e Bolzano, zona particolarmente colpita dall’insetto alloctono.

Foschi ha proseguito dicendo che le aziende coinvolte sono di tipo biologico, con corridoi ecologici o a basso uso di sostanze chimiche:

“tutti aspetti che favoriranno un potenziamento dell’attività già osservata negli scorsi anni da parte di Anastatus nel controllo biologico della specie invasiva.”

Il sistema messo a punto è naturale e non invasivo, che ha già dato buoni risultati lo scorso anno. Si cerca di eliminare o per lo meno contenere una specie invasiva che crea grossi danni alla nostra agricoltura.

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