Alex Zanardi, l’iter del risveglio a Villa Beretta: “La scalata sarà dura”

Iniziato l’iter del risveglio per il campione paralimpico Alex Zanardi, rimasto vittima di un terribile incidente lo scorso giugno.

alex zanardi

Nella clinica lecchese Villa Beretta l’ex pilota di Formula 1 ha iniziato un percorso di riabilitazione, che si potrebbe protrarre anche per un anno. Le parole del direttore della clinica che ha in cura Alex Zanardi.

Iniziato l’iter del risveglio

È a Villa Beretta, in cui è arrivato lo scorso lunedì, che Alex Zanardi ha iniziato quello che in gergo tecnico si chiama l’iter del risveglio. Un progressivo percorso di riabilitazione, iniziato all’ospedale Le Scotte di Siena con la sospensione graduale della sedazione.

Villa Beretta è un centro specialistico di recupero e di riabilitazione funzionale a Costa Masnaga, che si trova in provincia di Lecco.

Il figlio Niccolò, che da qual terribile giorno, non ha mollato il papà neanche per un attimo, ha raccontato quanto vissuto in quest’ultimo mese. Da una parte, la paura di perdere il papà, dall’altra la consapevolezza che i progressi, seppur minimi, ci sono.

Alex Zanardi non è più in pericolo di vita.

La riabilitazione

In un’intervista a SportVirgilio, Franco Molteni, direttore dell’unità operativa complessa di recupero e riabilitazione di Villa Beretta ha raccontato il percorso in salita che aspetta il campione.

“Quello che posso dirle è che in questo momento lui è davanti all’Himalaya. Non possiamo essere stupidamente ottimisti e avere ora la certezza che arriverà in cima, ma non possiamo nemmeno essere preventivamente disfattisti e dirci sicuri che non ce la farà”

ha raccontato Molteni.

Villa Beretta è dotata di una palestra piena di robot utilizzati per aiutare i pazienti con lesioni midollari e cerebrali, come nel caso di Zanardi.

Il cappellano della struttura ha raccontato che il campione a tratti è cosciente.

Gli scenari che potrebbero aprirsi sono 3. Il primo è quello di un lavoro di riabilitazione, con un paziente completamente passivo. Il secondo, invece, conterebbe sull’utilizzo di un elettrostimolatore. Il terzo consisterebbe in un lavoro con un paziente parzialmente collaborativo.

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