Elezioni 25 settembre, Forza Nuova fuori dalla corsa. Non accadeva dal 2001

Dopo 21 anni, Forza Nuova non sarà presente alle elezioni politiche. Il partito di estrema destra di Roberto Fiore, infatti, è stato escluso per la corsa da tutte le Corti d’appello per non essere riuscito a raccogliere le firme che servivano agli schieramenti che non avevano una rappresentanza parlamentare, e quindi un simbolo, al 31 dicembre 2021 – o, in effetti, non si presentavano in coalizione con chi aveva questi requisiti. Il leader si è scagliato contro la legge elettorale e ha detto che presenterà dei ricorsi

Fiore
Roberto Fiore – lettoquotidiano.it

Lo scoglio delle firme ha frenato anche il partito del tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, Referendum e Democrazia. Anche lui ha dichiarato che si ricorrerà.

Forza Nuova fuori dalla corsa per il Parlamento: non succedeva dal 2001

Forza Nuova, partito di estrema destra con posizioni, tra le altre cose, neofasciste, non correrà alle prossime politiche del 25 settembre con cui gli italiani rinnoveranno i due rami del Parlamento.

Non si tratta di una scelta del leader Roberto Fiore, personaggio piuttosto controverso e ai limiti – è stato incarcerato, poi messo agli arresti domiciliari per l’assalto alla Cgil del 9 ottobre 2021, ma ancora non è stato processato -, né di una scelta politica vera e propria.

A questo proposito, infatti, è dal 2001, primo anno utile dalla fondazione del partito del 1997, che FN riesce a presentare le liste per le elezioni, sia a livello nazionale, sia europeo. Lo stesso Fiore è stato eletto anche europarlamentare, ma non è mai riuscito ad arrivare né alla Camera, né al Senato per le percentuali bulgare sempre ottenute alle consultazioni.

Dicevamo, comunque, dell’estromissione dopo 21 anni di “prove”. Le Corti d’appello di tutta Italia in cui Forza Nuova ha presentato le sue liste sono state escluse perché non si è riusciti a raccogliere le firme necessarie, che dovevano essere almeno 36.750 per Montecitorio e 19.500 per Palazzo Madama.

Il partito di estrema destra, però, aveva anche altre vie per continuare a candidarsi. Poteva, per esempio, correre solo nei seggi in cui fosse riuscito a ottenere 750 firme, esperimento che tra l’altro aveva già fatto nel 2018 quando non si era presentata in tutti i collegi. O, ancora, poteva allearsi con un partito o gruppo politico che si era già costituito come gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere al 31 dicembre 2021, o che si era presentato alle ultime elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia in almeno due terzi delle circoscrizioni e che aveva ottenuto almeno un seggio assegnato in modo proporzionale.

L’escamotage usato è stato effettivamente l’ultimo. Perché Forza Nuova ha presentato le sue liste anche con il simbolo di Apf, ovvero l’associazione dei partiti nazional-rivoluzionari e neofascisti europei. Ed è proprio per questo motivo che Fiore intende presentare ricorso.

Esattamente come prevedevamo, nelle ultime ore le Corti d’Appello hanno estromesso Forza Nuova-Apf dalle imminenti elezioni dopo aver stravolto, con una legge elettorale scritta male e pensata peggio, la legge che aveva consentito ad FN di presentarsi alle ultime elezioni europee“, ha iniziato. “Il sistema – ha detto ancora Fiore – si è mosso in modo banditesco, organizzando, per la prima volta nella storia, delle elezioni estive con tanto di raccolta firme a ferragosto, quindi rubando il tempo minimo a un’ipotesi di coalizione tra forze anti-sistema“.

Il leader di Forza Nuova, prima di annunciare il ricorso, certo “che in ultima analisi (quando tutti gli stadi della malata giustizia italiana saranno esauriti), la Corte europea ci darà ragione“, ha parlato anche anche dell'”orrore della dittatura sanitaria” e di tutti gli italiani “che hanno preso consapevolezza dell’abisso in cui è sprofondato il sistema con l’escalation del green pass e che hanno assistito allibiti alla carcerazione di 10 connazionali, per alcuni di loro la detenzione continua tutt’oggi“.

Anche Referendum e Democrazia, il partito di Cappato, è stato escluso dalle Corti d’appello per le prossime elezioni

Chi altro ha annunciato un ricorso per essere stato escluso dalle prossime politiche è Marco Cappato. Il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale per i referendum sull’eutanasia e sulla cannabis legale che aveva proposto, ha deciso di formare un nuovo partito, Referendum e Democrazia, appunto.

Cappato
Marco Cappato – lettoquotidiano.it

Il problema, qua, non è stato tanto nel raggiungimento delle firme – è riuscito a raccoglierle in tempo -, quanto nel modo utilizzato per arrivare alla soglia legale. Infatti, come in occasione della presentazione dei quesiti per i referendum, il radicale aveva scelto la via delle firme digitali, quindi tramite Spid e telematiche, non supportate secondo le Corti d’appello che di fatto hanno ricusato le presentazioni delle liste.

Un modo per salvare il partito di Cappato c’è, come dice lo stesso europarlamentare su Twitter: basta un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, per fare in modo che anche Referendum e Democrazia possa partecipare alle prossime politiche.

La polemica contro l’esclusione non è finita qui. Sempre attraverso dei tweet, il tesoriere ha chiesto ancora quale logica “la firma digitale/Spid è ammessa per sottoscrivere referendum ma non è ammessa per sottoscrivere liste elettorali“. E ancora ha lanciato un appello al capo del governo per “chiarire la validità della firma digitale per le elezioni, e quindi evitare al nostro Paese delle brutte figure a livello internazionale“.

Le istanze di Cappato sono state accolte dal co-portavoce di Europa Verde, ora in lista con Sinistra Italiana e alleata del Partito democratico nella coalizione di centrosinistra, Angelo Bonelli. “Queste elezioni non favoriscono la partecipazione democratica – ha scritto -, si esclude la lista Referendum e Democrazia che è importante che ci sia. Riconoscere la firma digitale sarebbe un atto di democrazia e modernizzazione“.

Il tempo sta per scadere, però, e Cappato potrebbe non averne più per presentarsi all’evento di rinnovo del Parlamento, e quindi per cambiare le cose da dentro il sistema.

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