Crisi di governo, Carfagna attacca, ma non strappa: “Ora seria riflessione politica”

Mara Carfagna ha chiarito la sua posizione all’interno di Forza Italia con una nota. La ministra per il Sud non nasconde il suo disappunto per le decisioni interne, la rottura delle ultime ore e il crollo del governo Draghi

Mara Carfagna e Renato Brunetta
Mara Carfagna e Renato Brunetta – lettoquotidiano.it

La forzista non lascia il partito di Berlusconi, a differenza di Maria Stella Gelmini e Renato Brunetta.

Crisi di governo, Carfagna chiarisce la sua posizione ma senza addii

Maria Stella Gelmini
Maria Stella Gelmini – lettoquotidiano.it

Le ore bollenti della politica italiana non danno tregua. Una morsa, la tenaglia del luglio tardo rovente e asfissiante che richiama alla fine delle mezze stagioni, l’afa, la colla e quel senso di impotenza che i 35 gradi e oltre ti lasciano addosso, fino a imprecare. Ma qui non si parla dell’estate, non si parla del caldo, almeno non direttamente.

Si parla del futuro del Paese, di una frattura insanabile e dell’ennesimo ribaltone, e c’è tanto da storcere il naso. Soprattutto per chi non lo voleva e l’ha avuto dritto in faccia. Come un gancio e un knockout.

Le dimissioni di Mario Draghi, il nuovo governo, quello che sarà, la data delle elezioni. E ancora la febbre delle dita puntate contro e del concorso di colpe: chi più ne ha più ne metta, ma è comunque una sconfitta. E nel minestrone di spaccature, rotture e tradimenti vari, che ce ne sono tanti da raccontare nelle ultime settimane, c’è anche e soprattutto la questione Forza Italia.

Il partito di centrodestra si è diviso proprio sulla fiducia e fa un po’ più rumore. Perché i suoi parlamentari hanno lavorato a braccetto per lustri, non mesi. Uno per tutti e tutti per uno, come i moschettieri di Alexandre Dumas, con la stessa linea, la stessa visione, la stessa compattezza. Perché moderati si nasce e non si diventa. E perché, diciamocelo chiaramente, quando a Fi il dado è tratto (e dal Cavaliere, in particolare) è difficile ricordare spaccature e sommosse a favor di camera. E, invece, no.

Quanto stiamo vedendo nelle ultime ore ha la puzza di rivoluzione o comunque di crepa. E perché la delusione, l’ira, il moto e poi le dichiarazioni e le decisioni pesanti stanno arrivando proprio da quegli esponenti inossidabili che Forza Italia l’hanno sognata e fatta. Se ne sono imbevuti e mai l’hanno mollata. Fino a oggi.

Carfagna non segue Gelmini e Brunetta. Ma tuona: “Frattura con il mio mondo di valori”

È il caso di Maria Stella Gelmini e Renato Brunetta (e giudicate voi se non sono nomi pesanti): alea iacta est, appunto, ma stavolta quello dell’addio. E poi c’è Mara Carfagna, altro nome, volto ed eleganza storica di Fi.

Di lei in queste ore si è scritto e vociferato tanto, prima della sua nota che ha chiarito il suo stato d’animo e la sua posizione all’interno del partito: “Non ho condiviso la decisione di Forza Italia e sono convinta vada contro l’interesse del Paese“. Poi tuona: “Non ho mai avuto l’opportunità di discutere in una sede di partito“.

La scollatura è evidente, e non è il vaso fragile da riparare a casa con pazienza, tempo e qualche goccia di diplomazia. Ma lo strappo non arriva, non del tutto: “Ora avvierò una seria riflessione politica“, rivela Carfagna. E non manca anche un pensiero anche per chi Fi l’ha creata da re e condottiero, ma senza poter nascondere l’evidente delusione: “Sono grata al presidente Berlusconi per le opportunità che mi ha offerto e la fiducia che mi ha testimoniato in questi anni, ma quanto accaduto ieri rappresenta una frattura con il mondo di valori nei quali ho sempre creduto – dice senza mezzi termini la ministra per il Sud -. Mi impone di prendere le distanze e di avviare una seria riflessione politica“.

Non c’è due senza tre, dice il detto, ma stavolta non sarà così, almeno per il momento. Carfagna non segue (immediatamente) la convintissima Gelmini e Brunetta nel ‘ciao, ciao’ di sanremiana memoria e continua a lottare dall’interno.

Una decisione che è sinonimo di fede per chi comunque il crollo del governo e lo scossone che ne è derivato li ha avvertiti direttamente. Non senza traumi, da dormire in macchina. E c’è anche da chiedersi, dall’altro lato della medaglia, quale futuro aspetta i nuovi dissidenti che hanno voltato le spalle a Berlusconi, e ancor più al vento Meloni-Salvini.

Il campo magnetico del polo centrista potrebbe presto avere un’attrazione irresistibile per chi di azzurro ha colorato un’intera carriera, ma è ancora presto per scriverlo senza pentimenti. E comunque non per Carfagna, lei che punta il dito senza strappare e stringe i denti in coppia (ops, nel partito) con musi lunghi, ma senza firmare le carte del divorzio. Anche dopo il tradimento più scottante.

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