Covid, quando la quarta dose diventa scomoda: non riaprirà l’hub vaccinale a Vigevano

Il Covid non dà tregua a milioni di italiani, ora alle prese con la quarta dose per gli over 60. E non è neanche così scontato ricevere la somministrazione, non dove e quando si desidera. È il caso di Vigevano, dove l’hub vaccinale, chiuso il 30 giugno, non riaprirà

Hub vaccinale
Hub vaccinale – lettoquotidiano.it

La somministrazione della quarta dose del vaccino per il Covid per gli over 60 è argomento caldo delle ultime settimane. In famiglia, tra i virologi e medici di famiglia, e per la popolazione tutta. Quanto sta accadendo a Vigevano fa riflettere sul destino della lotta al virus e la battaglia a suon di somministrazioni e anticorpi.

Covid, la lotta continua e non è solo sanitaria

Il Covid è l’elefante sulla spiaggia, anzi sotto l’ombrellone, che gli italiani cercano di ignorare, ma che ancora rende la vita uno zig zag tra contatti stretti e l’amico di amici positivo che potrebbe causare questo o quel cluster. Fino a quando non ci tocca direttamente o non si accusano sintomi.

È l’esistenza a cui siamo condannati dagli arbori del 2020, quando da Wuhan, la coppia a Roma, il drammatico focolaio in Veneto e poi in gran parte del Nord Italia, i concetti di normalità e libertà sono stati ridefiniti e coniugati al condizionale. Con i se e con i ma. E scimmiottando modelli irreplicabili con alterne fortune e pareri discordanti. Sia chiaro: da allora il virus è mutato e così la lotta per evitare la congestione di ospedali e risorse sanitarie, per fortuna.

Ma comunque quell’ingrombante, rumoroso e importuno elefante lì è rimasto, impacciato in cristalleria, che neanche il caldo e la sabbia rovente se lo portano via. E tocca stare attenti, ripetere a cantilena quelle regolette che tutti (o quasi) ci siamo fatti andar bene. Ave vaccino e vai con la prima, seconda e terza dose. Ave gli anticorpi per combattere il virus che così diventa solo “un’influenza“!

E poi c’è la convivenza, quel sostantivo che il dizionario ci presenta come “vita in comune” e che qualcosa c’entra con l’amore, ma che ha anche assunto un’accezione negativa da quando spesso termina con il complemento “con il virus”. Quando, dal 2020, tutto è cambiato. È storia, ma anche presente, e decisioni politico-sanitarie, che intanto l’una non prescinde dall’altra e che la lotta continua, con infamia e senza lode.

Il caso di Vigevano e lo spauracchio della quarta dose

Capitolo quarto ed è ricominciato il tram tram di prenotazioni, indecisioni e caccia al colpevole. No, non è un film di Steven Soderbergh ispirato a un romanzo di Agatha Christie, o con un copione scritto a quattro mani, ma cronaca di questi giorni.

Uomo si vaccina con la quarta dose
Uomo si vaccina – lettoquotidiano.it

Se i giovani sono (in parte) usciti dal calderone che tanto “loro in terapia intensiva non ci finiscono”, e non è neanche del tutto vero, lo Stato ha lanciato un messaggio sussurrato ma convinto agli over 60: “la quarta dose vi tocca, se no potremmo finire come prima”.

Prudenza è la parola d’ordine per un’Italia che non vuole più paralizzarsi, che già basta la politica negli ultimi giorni. Ma non è sempre così facile farsela somministrare e per motivi logistici. E qui arriviamo a Vigevano, in provincia di Pavia.

Il sindaco, Andrea Ceffa, ha fatto esplicita richiesta di riaprire l’hub vaccinale del centro commerciale “Il Ducale”, per giunta l’unico sul territorio, che aveva chiuso il 30 giugno. Risposta: l’hub in questione non riaprirà, e siamo al 22 luglio.

E se nelle grandi città questo potrebbe essere un problema fino a un certo punto, lo stesso non si può dire per i lomellini. Se poi si analizzano le motivazioni della scelta, i contorni della vicenda cambiano ulteriormente: hanno vinto la necessità di ottimizzare il personale, non così numeroso in estate, e comunque si è verificata una diminuzione delle prenotazioni.

Non bisogna essere direttori sanitari o membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per capire che la quarta dose ha lasciato perplessi diversi italiani, perché forse quella vita all’insegna della prudenza vogliono anche abbandonarla. O che dell’ennesima iniezione, a ragione o torto, non sono del tutto convinti. O comunque, ancora, i numeri di over 60 non sono sufficienti a supportare il principio della vaccinazione logisticamente accessibile a tutti, sul territorio chiaramente.

Fatto sta che le necessità di ottimizzazione hanno vinto sulla comodità, ma se si parla di anziani non è un concetto irrilevante. Ora, quindi, gli hub attivi saranno a Pavia, VogheraAbbiategrasso. Disponibili, però, gli slot in farmacia: quindici in Lomellina tra le 532 della regione e solo per chi è fortunato.

L’ennesima conferma che scomodità fa rima con Covid, fino a quando non sarà endemico e non si tramuterà in ricordo. Ma il bollettino grida all’attenzione, tra un tuffo e un altro e fino al prossimo tampone, con l’elefante vicino d’ombrellone.

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