Omicidio Serena Mollicone, il medico legale: “Poteva essere salvata, l’agonia è durata sei ore”

Il medico legale, Luisa Regimenti, ha ricostruito le ultime ore di vita di Serena Mollicone, la 18enne trovata senza vita il 3 giugno del 2001 in un boschetto all’Anitrella. 

Serena Mollicone
Serena Mollicone – LettoQuotidiano.it

Imputati nel processo per la sua morte sono l’allora comandante dei Carabinieri, Franco Mottola, sua moglie, il figlio Marco Mottola e il carabiniere Vincenzo Quatrale.

L’omicidio di Serena Mollicone

La mattina del 1° giugno 2001 Serena Mollicone, 18 anni, esce di casa per recarsi all’ospedale di Sora.

Qualche ora dopo il padre, Guglielmo Mollicone, non vedendola rincasare, allerta le forze dell’ordine.

Franco Mottola
Franco Mottola – LettoQuotidiano.it

Le ricerche della 18enne vanno avanti per oltre 48 ore, fino a quando non viene ritrovato il suo corpo senza vita in un boschetto all’Anitrella.

La scena che si presenta sul luogo del ritrovamento è raccapricciante: la 18enne ha mani e piedi legati e la testa avvolta in un sacchetto di plastica. Intorno al naso e alla bocca diversi giri di nastro adesivo.

La superperizia dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, presentata il 2 gennaio scorso, ha confermato le cause della morte di Serena Mollicone.

La mattina del 1° giugno la ragazza venne prima ferita alla testa, con un colpo violento alla porta della Caserma di Arce.

Poi, dopo essere stata stordita, la sua testa avvolta nel sacchetto: la morte è quindi sopraggiunta per asfissia.

“Dopo il violento colpo contro la porta dell’alloggio della caserma di Arce cadde priva di sensi a causa di alcune fratture craniche ma poteva essere soccorsa. Fu lasciata in queste condizioni per 4/6 ore prima di essere uccisa dal nastro adesivo che le è stato applicato sulla bocca e sul naso provocandone il soffocamento”.

È il rapporto del medico legale Luisa Regimenti, nominata dalla famiglia della 18enne.

A segnare la prima, vera svolta nel caso dell’omicidio di Serena Mollicone era stata la testimonianza di Santino Tuzi, carabiniere di Arce, che l’11 aprile del 2008 si tolse la vita.

Il carabiniere aveva dichiarato che, la mattina della scomparsa, Serena Mollicone era stata nella caserma di Arce e almeno fino alle 14:30 non ne era uscita.

Gli indagati e le accuse contro Franco Mottola

Nel 2011 arrivano i primi nomi iscritti nel registro degli indagati per la morte della 18enne: si tratta dell’ex maresciallo Franco Mottola, sua moglie, il figlio della coppia, Marco Mottola, e il maresciallo Vincenzo Quatrale.

I 4 sono accusati di omicidio volontario e occultamento di cadavere,

Quatrale non avrebbe fatto nulla per impedire il delitto di Serena Mollicone. Non solo, avrebbe anche indotto il carabiniere Tuzi a togliersi la vita alla vigilia della sua testimonianza in Tribunale contro i colleghi.

 

 

 

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