Stefano Cucchi, condanna definitiva a 12 anni per due carabinieri: “Giustizia è fatta”

Il procuratore generale della Cassazione, Tomaso Epidendio, aveva chiesto la conferma delle condanne inflitte per la morte di Stefano Cucchi.

Stefano Cucchi
Stefano Cucchi – LettoQuotidiano.it

Il 31enne romano morì all’alba del 22 ottobre del 2009, nel reparto detenuti dell’ospedale Sandro Pertini, dove era stato trasferito qualche ora prima.

La vicenda di Stefano Cucchi

Era il 15 ottobre del 2009 quando Stefano Cucchi, geometra romano, venne fermato da 5 poliziotti all’ingresso del parco degli Acquedotti.

A fermarlo furono i carabinieri: Francesco Tedesco, Gabriele Aristodemo, Raffaele D’Alessandro, Alessio Di Bernardo e Gaetano Bazzicalupo.

I militari lo avevano visto cedere a Emanuele Mancini delle confezioni trasparenti in cambio di denaro contante.

Stefano Cucchi venne trovato in possesso di poco più di 20 grammi di hashish, tre confezioni con una singola dose di cocaina e un medicinale per l’epilessia, di cui soffriva.

Esattamente una settimana dopo Stefano Cucchi sarebbe morto all’ospedale Sandro Pertini di Roma.

Le indagini e le condanne in Appello

I primi a finire sotto processo per la morte del geometra romano furono, nell’ottobre del 2009, 3 agenti di polizia penitenziaria: Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Dominici.

Con loro, furono iscritti nel registro degli indagati anche tre medici del reparto di Medicina Protetta dell’ospedale Sandro Pertini, dove Stefano morì.

Nel dicembre del 2014 il processo si chiuse con l’assoluzione dei 3 militari e del primo medico che visitò Stefano Cucchi al suo arrivo in ospedale.

L’anno seguente, su richiesta della famiglia di Stefano, parte un secondo processo.

Nel gennaio 2017 per i Carabinieri Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco viene chiesto il rinvio a giudizio per omicidio preterintenzionale e abuso di autorità.

L’8 aprile di due anni dopo Francesco Tedesco rivela i nomi degli autori materiali del pestaggio: i colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro.

Il 7 maggio dello scorso anno i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Roma hanno condannato a 13 anni Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro con l’accusa di omicidio preterintenzionale.

Roberto Mandolini aveva avuto un lieve sconto di pena, passando da 4 anni e mezzo a 4 anni.

Le condanne in Cassazione

Nella serata di lunedì, 4 aprile, dopo cinque ore in camera di Consiglio, sono state pronunciate le condanne in Cassazione per gli imputati.

Ilaria Cucchi
Ilaria Cucchi – LettoQuotidiano.it

La Corte di Cassazione ha ridotto la condanna per omicidio preterintenzionale nei confronti dei carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. I due militari dovranno scontare 12 anni di carcere, in Appello gliene erano stati inflitti 13.

Ci sarà invece un nuovo processo di appello per i due carabinieri accusati di falso nell’ambito della morte del giovane, Roberto Mandolini, che era stato condannato a 4 anni di reclusione e per Francesco Tedesco, condannato a 2 anni e mezzo di carcere.

Per queste due condanne però c’è il rischio della prescrizione sull’appello bis, come ha spiegato il legale Eugenio Pini.

“A questo punto possiamo mettere la parola fine su questa prima parte del processo sull’omicidio di Stefano. Possiamo dire che è stato ucciso di botte, che giustizia è stata fatta nei confronti di coloro che l’hanno portato via. Devo ringraziare tante persone. il mio pensiero in questo momento va ai miei genitori, che di tutto questo si sono ammalati e non possono essere con noi”

ha detto la sorella Ilaria, che in questi anni si è sempre battuta per la verità.

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