Caserma Levante, ai domiciliari uno dei carabinieri imputati nel processo. Il legale: “Non c’entra nulla”

Sono cinque i militari coinvolti nel processo. Lo scorso mese di novembre la stazione militare piacentina è tornata operativa sotto la guida del maresciallo Salvatore Russo.

caserma Levante

 

Le accuse per gli imputati vanno dai reati di tortura, spaccio di sostanze stupefacenti, ad estorsione e lesioni personali.

La vicenda della caserma Levante

Sono 5 i militari imputati nell’ambito delle indagini sulla caserma Levante di Piacenza.

In totale sono 62 i capi di imputazione contestati, per la gran parte tutti a carico dei cinque carabinieri, quattro dei quali si trovano tuttora in stato di detenzione.

Al carabiniere Giuseppe Montella, considerato il vero e proprio capo della banda, vengono contestati 40 capi d’imputazione, a Salvatore Cappellano, 13, 9 ad Angelo Esposito, 7 a Giacomo Falanga e 5 a Daniele Spagnolo.

I capi d’imputazione per i 5 carabinieri vanno dallo spaccio, all’abuso d’ufficio, dalla tortura alla corruzione.

Per gli altri civili coinvolti nell’inchiesta l’accusa è di spaccio di sostanze stupefacenti, tranne per uno di loro, su cui pendono altri due gravi capi d’imputazione: minaccia ed estorsione.

Per l’ex comandante della caserma, Stefano Bezzeccheri, l’accusa è di abuso d’ufficio. In quest’ultimo caso sono tuttora in corso le indagini.

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Le richieste di condanna: concessi i domiciliari ad Esposito

L’accusa ha chiesto condanne fino a 16 anni di carcere per i carabinieri imputati nel processo.

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La pena più alta è stata chiesta per Giuseppe Montella: 16 anni un mese e 10 giorni. La Procura ha poi chiesto: 14 anni 5 mesi 10 giorni per Salvatore Cappellano; 13 anni per Giacomo Falanga; 7 anni e 8 mesi per Daniele Spagnolo e 5 anni per Marco Orlando.

Il procuratore capo di Piacenza ha definito i 5 militari:

“TRADITORI DELLO STATO”.

L’indagine prese il via nel luglio dello scorso anno grazie alla testimonianza del maggiore Rocco Papaleo, che per 10 anni aveva comandato il nucleo investigativo di Piacenza.

“Esposito finalmente potrà riabbracciare la propria famiglia e avrà la possibilità, di leggersi tutte le carte per affrontare con serenità il processo che lo riguarda al fine di far emergere la sua totale estraneità ai fatti di cui è accusato e che lo coinvolgono in quello che ormai è noto come Caso Levante”

ha spiegato uno dei legali del militare, che è l’unico ad aver scelto il rito ordinario, quindi senza una riduzione di pena.

Gli altri militari, Giuseppe Montella, Giacomo Falanga, Salvatore Cappellano e Marco Orlando hanno scelto il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena.

Montella e Falanga sono attualmente in carcere, mentre Orlando e Spagnolo sono agli arresti domiciliari da diversi mesi.

Le ammissioni di Giuseppe Montella

“ALLORA, IO AMMETTO TUTTO. NE HO FATTE DI CAVOLATE, PERÒ SE MI DEVO PRENDERE LE COLPE DEGLI ALTRI NO! DENTRO LA CASERMA TUTTI SAPEVANO, FINO AL COMANDANTE, NON POTEVI NON SAPERE PERCHÉ CI SI STAVA DALLA MATTINA ALLA SERA INSIEME”.

Sono le parole di Giuseppe Montella, il carabiniere considerato il capo delle operazioni.

Giuseppe Montella ha ammesso alcuni dei reati che gli vengono contestati, ma ha respinto l’accusa di pestaggi sistematici, spiegando che tutti sapevano cosa succedeva nella caserma.

“TUTTI SAPEVAMO CHE OGNI TANTO DAVAMO UNA CANNA, QUALCOSA. SAPEVANO CHE QUANDO SI FACEVANO ARRESTI GROSSI SI DICEVA, ‘TENIAMO DUE GRAMMI, TRE GRAMMI DA DARE’”

ha ammesso il militare.

Su di lui pendono 40 capi d’imputazione.

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