La tragedia della Funivia Mottarone, il piccolo Eitan lotta per la vita: “Ho paura, lasciatemi stare”

Il bimbo di 5 anni, che ha perso l’intera famiglia nel gravissimo incidente, è tuttora ricoverato all’ospedale Regina Margherita di Torino.

tragedia Funivia Mottarone
Foto de I vigili del fuoco

Intanto, le indagini sulla vicenda mirano a far luce su quanto accaduto e sulle eventuali responsabilità costate la vita a 14 persone.

La tragedia della funivia Stresa-Mottarone

Avrebbe dovuto essere una domenica di svago, ma per 14 persone e le loro famiglie quella gita si è trasformata in un incubo.

La cabina, che compie un tragitto di circa 20 minuti dal lago Maggiore al Mottarone, era quasi giunta alla stazione di destinazione, quando, forse per un cedimento del carrello, il cavo traente si è spezzato.

La struttura ha quindi iniziato una folle corsa all’indietro, prima di scontrarsi con l’ultimo pilone dell’impianto. In quel momento alcune persone sono state sbalzate fuori.

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Dopo l’impatto col pilone, la cabina è rotolata per almeno 15-20 metri, finendo la sua corsa contro gli alberi.

Il piccolo Eitan rimasto senza una famiglia

L’incidente della funivia è costato la vita a 14 persone, mentre il piccolo Eitan, 5 anni, lotta da solo in un letto d’ospedale.

Il bambino, che era con i genitori ed il fratellino più piccolo, Tom, di appena 3 anni, morto sul colpo insieme alla mamma e al papà, è tuttora ricoverato all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino.

Quando è arrivato nel nosocomio piemontese, si è reso necessario un intervento chirurgico.

Per farlo, i medici hanno dovuto sedarlo ed intubarlo. Eitan era spaventato, urlava ai medici di non toccarlo e di lasciarlo stare.

Sono state queste le poche parole che il piccolo ha pronunciato prima di essere sottoposto ad un intervento chirurgico, durato ore.

All’arrivo in ospedale, Eitan aveva entrambe le gambe fratturate, oltre a un trauma cranico e all’addome.

L’altro bambino, Mattia, 9 anni, non ce l’ha fatta. Arrivato poco dopo Eitan in ospedale, le sue condizioni sono apparse subito disperate.

Il bambino è stato rianimato per sei minuti prima che il suo cuore riprendesse a battere, ma non ha mai riacquistato conoscenza. È morto nel taro pomeriggio di domenica in seguito ad un arresto cardiaco.

I nomi delle vittime

Sono cinque le famiglie coinvolte dalla tragedia, tre delle quali residenti in Lombardia, una in Emilia-Romagna e una in Calabria.

  • Biran Amit, nato in Israele il 2 febbraio 1991 e residente a Pavia
  • Peleg Tal, nato in Israele il 13 agosto 1994 e residente a Pavia
  • Biran Tom, nato a Pavia il 16 marzo 2019 e residente a Pavia

 

  • Cohen Konisky Barbara, nata in Israele l’11 febbraio del 1950
  • Cohen Itshak, nato in Israele il 17 novembre 1939

 

  • Malnati Silvia, nata a Varese il 7 luglio del 1994, residente a Varese
  • Merlo Alessandro, nato a Varese il 13 aprile del 1992, residente a Varese

 

  • Shahaisavandi Mohammadreza, nato in Iran il 25 agosto 1998, residente a Diamante (Cosenza)
  • Cosentino Serena, nata a Belvedere Marittimo (Cosenza) il 4 maggio del 1994 e residente a Diamante (Cosenza)

 

  • Elisabetta Personini, nata nel 1983, è deceduto anche il figlio di 9 anni, Mattia
  • Zorloni Vittorio, nato a Seregno, Milano, l’8 settembre del 1966, residente a Vedano Olona (Varese)

 

  • Gasparro Angelo Vito, nato a Bari il 24 aprile 1976, residente a Castel San Giovanni (Piacenza)
  • Pistolato Roberta, nata a Bari il 23 maggio del 1981, residente a Castel San Giovanni (Piacenza)

Le indagini

L’ultima revisione generale dell’impianto della Funivia era avvenuta nel 2014 e i lavori erano durati due anni.

In quell’occasione era stata eseguita anche una magnetoscopia sulle funi per verificarne la tenuta.

Come riferisce anche Tgcom24, dopo la riapertura i controlli sono stati ripetuti a luglio 2017 e alla fine dello scorso anno sono state eseguite delle verifiche sui cavi, che avrebbero dovuti essere sostituiti nel 2029.

Oltre al cavo non ha funzionato neppure il freno di emergenza. Sarà compito della Procura di Torino accertare le cause di quanto accaduto.

 “Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema: la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza. Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato”

ha spiegato il responsabile provinciale del Soccorso alpino, Matteo Gasparini –

Il racconto di un soccorritore

“Mi ha impressionato il bambino, non lo dimenticherò mai. Era sotto il corpo di un giovane che respirava ancora. E sotto di lui altri tre. Tutti morti. Una scena terribile. Abbiamo trovato un campo di battaglia, corpi di ragazzi, di uomini e di donne sparsi sul pendio della montagna”

sono le drammatiche parole di uno dei soccorritori, giunti immediatamente sul luogo della tragedia.

Il bambino di cui parla è il fratellino di Eitan, 3 anni, morto sul colpo insieme ai genitori.

“C’erano cinque persone, ammassate, l’una sull’altra. Uno solo respirava, quello che stava sopra agli altri. Non ce l’ha fatta. Il bambino (Tom, n.d.r) era sotto di lui. Gli occhi chiusi, come tutti. Non riesco a descrivere quello che ho visto, troppo, troppo forte. Non so come farò a dormire, ho quel bambino negli occhi”

ha raccontato commosso.

Una tragedia immane, sulla quale si sta cercando tuttora di far luce.

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