Caso Pipitone, segnalazione su una 21enne rom di Scalea: accertamenti in corso. Si chiama Denise

La Procura di Marsala dovrà ora decidere se autorizzare o meno l’esame del dna.

Denise Pipitone, nuova segnalazione

La ragazza non si sarebbe sottratta ai controlli ed ha offerto piena collaborazione agli inquirenti.

Aggiornamento ore 14:00 La ragazza di 19 anni – e non 21 come si era appreso inizialmente – si chiama anche lei Denise.

La segnalazione sarebbe arrivata da una parrucchiera di Scalea che avrebbe notato somiglianze fisiche con la bambina scomparsa da Mazara del Vallo e anche similitudine tra il vissuto della giovane e la bambina scomparsa nel 2004.

Segnalazione su Denise Pipitone

Si accende una nuova speranza nel caso di Denise Pipitone. I carabinieri stanno eseguendo dei controlli su una 21enne rom di Scalea che potrebbe essere proprio la piccola scomparsa da Mazara del Vallo nel settembre del 2004.

Stando a quanto riferito dalle testate nazionali, la nuova segnalazione sarebbe arrivata da un cittadino, che avrebbe riferito diverse circostanze che potrebbero far ipotizzare la verosimiglianza di quanto riferito.

La giovane rom non si sarebbe sottratta alle domande degli inquirenti, anzi ha offerto piena collaborazione alle forze dell’ordine.

Sarà ora la Procura di Marsala a decidere se autorizzare o meno il test del Dna.

La perquisizione nella casa di Anna Corona

Intanto prosegue anche il secondo filone d’indagine, quello che vede al centro dell’inchiesta Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi, padre della piccola Denise.

Lo scorso 5 maggio i carabinieri hanno effettuato un’ispezione nell’appartamento di Anna Corona.

I militari hanno controllato l’eventuale esistenza di una presunta botola che porterebbe a uno scantinato in quella che, all’epoca della scomparsa della piccola Denise, era la casa di Anna Corona.

La perquisizione ha portato ad un nulla di fatto, ma le indagini non si fermano.

L’abitazione, che è stata in seguito venduta ad una famiglia straniera, non sarebbe mai stata ispezionata dagli inquirenti.

All’epoca dei fatti i carabinieri avevano perlustrato un’altra casa, pensando fosse quella della signora Corona.

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I carabinieri hanno perlustrato l’appartamento in cui viveva Anna Corona per capire se ci fossero segni di ristrutturazioni recenti o tracce di un vano murato, dove qualcuno avrebbe potuto nascondere la bambina.

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