Maltrattamenti e punizioni agli ospiti di una struttura per disabili: i due gestori ai domiciliari

Misure cautelari anche per i cinque operatori che lavoravano all’interno della struttura degli orrori nell’hinterland milanese.

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Le vittime delle violenze sono state rapidamente ricollocate, grazie all’intervento delle forze dell’ordine, in un’altra struttura adatta alle loro esigenze.

Insulti e violenze sui disabili

Un vero e proprio lager quello in cui 9 disabili, con problemi psichici, sono stati costretti a vivere per ben tre anni, finché le condotte violente di chi avrebbe invece dovuto occuparsi di loro non sono emerse.

Come riferisce anche La Stampa, all’interno di una cooperativa sociale che dava alloggio a 9 pazienti, i carabinieri hanno accertato continui maltrattamenti e punizioni nei confronti degli ospiti della struttura.

È per questo che sette persone sono state sottoposte a misure cautelari.

Arrestati i due gestori

I due gestori sono finiti agli arresti domiciliari, mentre altri 5 operatori sono stati raggiunti da altrettante misure.

Per tre di loro è scattata la sospensione per sei mesi dell’attività di educatore socio assistenziale.

Per gli altri due è stato invece richiesto l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

I carabinieri della Compagnia di Busto Arstizio, in collaborazione con l’Agenzia per la tutela della salute locale, hanno provveduto a ricollocare i 9 ospiti della struttura in un’altra sede, dove riceveranno le cure del caso.

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Secondo quanto accertato dalle indagini, le condotte violente andavano avanti dal 2017.

In particolare, i militari hanno accertati come gli ospiti subissero insulti costanti e addirittura punizioni corporali, nonostante la loro condizione psichica.

Una disabile costretta a passare la notte all’aperto

Risale al 2005 la prima segnalazione inviata dalla madre di una delle ospiti della struttura milanese, finita al centro di un’indagine dei carabinieri.

La donna ha riferito agli inquirenti di aver segnalato la vicenda che aveva coinvolto la foglia ad un ufficio sanitario.

Sembra che la giovane ospite della comunità fosse stata costretta a trascorrere una notte all’addiaccio per essere punita, non è ben chiaro per quale “colpa”.

“Ho trovato mia figlia in uno stato di prostrazione, l’ho portata in ospedale, dove le sono state riscontrate ecchimosi al volto
ed ipotermia, oltre a evidenti rigonfiamenti alle caviglie tanto che non era stato possibile metterle le scarpe”

si legge nell’ordinanza che riporta la testimonianza della madre.

La giovane disabile aveva trascorso la notte all’aperto, in un balconcino al piano terra, coperta solo da una giacca a vento.

A punirla sarebbe stato – secondo quanto riferisce l’Ansa –  l’ex socio della comunità, padre di una delle persone al momento iscritta nel registro degli indagati.

Dai racconti della vittima è poi emerso che in altre occasioni sarebbe stata costretta a trascorrere la notte in bagno, con un collare e potendosi appoggiare solo al water.

Non solo, la giovane disabile avrebbero subito anche docce gelate ed altri maltrattamenti.

 

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