Donna stuprata per strada: l’uomo incastrato dal DNA dopo 14 anni

Il profilo genetico prelevato dal tampone di saliva e conservato sui mozziconi di sigaretta è stato determinante per l’analisi del DNA.

La violenza sessuale era avvenuta in strada a Milano.

Scoperto dopo 14 anni

A distanza di 14 anni, il DNA ha portato all’identificazione del colpevole di una violenza sessuale accaduta per strada a Milano su una donna che andava a lavorare.

Li vediamo agire nell’ambito di serie televisive straniere, ma i Cold Case, sono quanto mai attuali anche nell’ambito delle più nostrane indagini investigative della Polizia.

Un crimine irrisolto resta sospeso, e le prove raccolte restano in attesa di essere rielaborate. Questo è quanto accaduto, anche se ci sono voluti 14 anni perché si arrivasse a scoprire l’autore dello stupro.

È un cittadino algerino di 49 anni, che si trova detenuto in carcere dal 2017 per aver commesso altri reati.

Mozziconi di sigaretta

I fatti si riferiscono al 20 agosto 2006, data in cui alle 6 del mattino la vittima della violenza si è presentata alla clinica Mangiagalli in stato di shock.

Alla presenza dei medici, la donna ha dichiarato di essere stata assalita da uno sconosciuto, mentre si recava a piedi all’autobus per raggiungere il lavoro.

L’uomo le si era rivolto con la scusa di chiederle l’ora. Dopo averla immobilizzata e averle tappato la bocca, l’aveva trascinata di forza in una zona abbandonata-

Come riferisce l’Ansa, l’aggressore l’aveva costretta a subire violenze mentre la minacciava tenendo in mano una grossa pietra.

Prima di allontanarsi, l’algerino le aveva anche rubato la catenina d’oro, 20 euro e il cellulare.

Le indagini sono state dirette dal procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella e dal sostituto procuratore Alessia Menegazzo, affiancati dai militari del Nucleo Operativo della compagnia Milano Porta Monforte.

La svolta nelle indagini  è stata possibile, grazie alla corrispondenza del profilo genetico rilevato su alcuni mozziconi di sigaretta, che all’epoca facevano parte dei reperti raccolti sulla scena dello stupro, con il tampone salivare prelevato all’indagato nel carcere di San Vittore.

 

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