Didattica a distanza, occorre più tempo: domani tutti a scuola dopo le 9

Rimandata per ora la didattica a distanza: domani in classe dopo le 9, occorre più tempo dato un giorno alle scuole per adeguarsi.

Scuola, rimandata dad

Nonostante il Dpcm domani tutti a scuola dopo le 9, rimandata la didattica a distanza.

Scuole: un giorno per adeguarsi

Previsto per domani l’entrata a scuola dopo le 9, per il momento è rimandata di ‘un giorno’ la DAD, occorre del tempo affinché le scuole si adeguino a questa nuova forma di didattica.

Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale presidi ha comunicato che essendo domenica e non sarà possibile garantire già da domani, la didattica a distanza. Il Dpcm non sarà applicabile al momento alle scuole.

Per questo motivo viene dato alle scuole superiori un giorno di tempo per adeguare la Dad al 75%.

Secondo quanto pervenuto dal Ministero dell’Istruzione: le scuole in considerazione della necessità di disporre del tempo, provvederanno a effettuare gli atti necessari lunedì 26 ottobre, affinché si possa proseguire con efficacia, poi, dal giorno seguente. 

Secondo quanto riportato dal Gazzettino, non è stata una giornata semplice, sono state numerose le ore passate al telefono per cercare di riepilogare “tutte” le varie ordinanze regionali che si sono susseguite.

Come cambia la scuola

Se il Dpcm  del governo fissava la didattica a distanza, a un minimo del 75%,  alcune delle ordinanze regionali che erano seguite, fissavano quote diverse, che in alcuni casi risultavano perfino più inflessibili dello stesso decreto Conte.

In questa incertezza dunque che fare?  Volendo fare un percorso unico occorre coordinarsi o si proseguirà con i vecchi numeri. Per questo motivo per lunedì varrà l’entrata dopo le 9, ma già martedì tutto dovrà cambiare.

Se ogni Regione adotta una quota diversa, non ci sarà equità e poiché Conte ‘concede’ il 75%, bisogna comprendere quale è la norma che prevale su tutte.

Questo è anche quanto si chiede in queste ore il preside dell’Iis Caramuell-Roncalli di Vigevano:

“Gli studenti non si ammalano a scuola, e hanno bisogno di socialità, e poi ci sono le prove scritte, i laboratori, i disabili”.

Ha affermato infatti Matteo Loria, che preferirebbe una quota di didattica a distanza inferiore.
I prossimi giorni saranno dunque fondamentali per capire se e come le scuole riusciranno ad adeguarsi a quanto stabilito dal Governo.

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