Consiglio dei Ministri, via al decreto immigrazione e sicurezza. Bellanova: “Una pagina buia si chiude”

Al Consiglio dei Ministri si da il via libera al decreto immigrazione e sicurezza riscrivendo i provvedimenti voluti da Matteo Salvini.

Consiglio dei Ministri, via al decreto immigrazione e sicurezza. Bellanova: "Una pagina buia si chiude"

Svolta al Consiglio dei Ministri con l’approvazione delle modifiche e il via al decreto che riguarda immigrazione e sicurezza.

Decreto immigrazione e sicurezza

Si è conclusa a tarda notte questa parte molto delicata dove si è discusso del Decreto sicurezza e immigrazione. Il CDM ha confermato la sua validità riscrivendo alcuni provvedimenti dettati dal leader della Lega Matteo Salvini.

Le modifiche – nella maggior parte richieste dal Pd – riguardano alcuni punti cruciali tra cui la riduzione delle multe alle Ong e un ritorno della protezione umanitaria.

Teresa Bellanova ha evidenziato:

“abbiamo messo fine alla pagina buia dei decreti in-sicurezza di salvini”

Secondo quanto riportano i media tra cui TgCom, durante la discussione avvenuta tra Pd, Italia Viva, M5S e LeU non ci sarebbero state criticità o punti non in comune. Per questo motivo è stato confermato l’accordo di maggioranza di luglio con alcune norme che riguardano le multe alle Ong e il sistema di accoglienza con l’introduzione di un sistema a protezione speciale che è stato approvato in una sola ora di consiglio.

Il nuovo sistema di accoglienza

Nel nuovo decreto c’è una parte che tratta del nuovo sistema di accoglienza che è destinato a tutte le persone che richiedono protezione internazionale. Continueranno a sussistere le attività di assistenza ma poi il sistema si dividerà in due livelli di prestazioni differenti: uno che è volto ai richiedenti di protezione internazionale, due per chi ne è già titolare con alcuni servizi in aggiunta sempre in merito all’integrazione.

Tra i vari punti, focus sui detenuti: infatti diventa reato passare ad un detenuto un cellulare introdotto in carcere. Una pena che va da uno a quattro anni per entrambi, sia il detenuto che lo riceve e sia la persona che lo introduce.

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