Caivano, resta in carcere il fratello di Maria Paola: “Condotta pericolosa”

Il fratello di Maria Paola resterà in carcere, a deciderlo il gip che ha valutato l’arresto cautelare. Lui si difende: “Non l’ho speronata”.

morte Maria Paola, resta in carcere il fratello
Maria Paola e Ciro Migliore

I genitori ed il parroco difendono il fratello di Maria Paola ma il fidanzato conferma lo speronamento ed il pestaggio.

Gip conferma il carcere per il fratello di Maria Paola

La giovanissima Maria Paola Gaglione ha perso la vita ad Acerra nella notte tra venerdì 11 e sabato 12.
E’ caduta dallo scooter su cui viaggiava assieme al suo fidanzato, il trans Ciro Migliore di Caivano.

Fin da subito la dinamica è apparsa quella di un incredibile inseguimento da parte del fratello di lei, il 30enne Michele Antonio Gaglione.
Come testimoniato da Ciro, sopravvissuto alla fidanzata invece morta sul colpo, il fratello di lei li avrebbe speronati intenzionalmente.

Per il Gip del Tribunale di Nola chiamato a pronunciarsi sull’arresto di Gaglione, la condotta chiaramente pericolosa del fratello di Maria Paola avrebbe causato inevitabilmente la caduta della ragazza e dunque la morte.
L’accusa per Michele è di omicidio preterintenzionale ed il movente sarebbe l’opposizione al rapporto d’amore della giovane con il fidanzato transessuale Ciro Migliore.

I due giovani erano da poco usciti allo scoperto generando un’ondata di polemiche e minacce anche molto forti.
In questo ambiente sarebbe maturato il comportamento del fratello e nell’ordinanza si evidenzia come dai rilevamenti siano emersi:

“Segni riconducibili a pedate..riconducibili alle calzature indossate da Michele Gaglione”.

Genitori e parroco credono all’incidente

Gaglione ha ammesso di aver inseguito lo scooter dove si trovavano la sorella ed il fidanzato ma di aver solo cercato di fermarli.
A ciò sarebbero stati finalizzati i calci e la manata con cui ha spinto il motorino.

Al vaglio sono i filmati di alcune telecamere che pare confermino la versione di Ciro sullo speronamento.
Il giovane ha affermato con convinzione come riporta anche La Stampa:

“Ma quale incidente, voleva ammazzarmi”

I genitori di Michele però supportati dal parroco Don Patriciello continuano a sostenere la tesi dell’incidente: Michele, affermano, avrebbe solo voluto riportare la sorella a casa.

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