Bologna, TAR condanna scuola: la vicenda dello studente bocciato

Il Tar ha condannato la scuola a pagare 13 mila euro per aver bocciato uno studente a Bologna. Secondo i giudici amministrativi doveva ricevere un aiuto più adeguato.

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Il tar ha dato ragione allo studente bocciato ingiustamente a Bologna e ha sanzionato la scuola.

Un risarcimento di 13 mila euro

Il Tar di Bologna ha condannato la scuola per aver bocciato ingiustamente uno studente. Il ministero dell’Istruzione dovrà risarcirlo di 13 mila euro a cui andranno ad aggiungersi le spese legali per il causato danno biologico permanente di cui soffrirà lo studente per tutta la vita. Secondo i giudici amministrativi la bocciatura ha provocato nello studente uno stato d’animo di sofferenza emotiva grave.

La bocciatura risale al 2016. Lo studente non venne ammesso in seconda da tutto il consiglio di classe al completo. Il padre si appellò all’avvocato Marco Masi e, dopo 4 anni, ha avuto la sua rivincita. Il ragazzo, infatti, non era uno studente qualunque ma è affetto da discalculia, ovvero un disturbo specifico dell’apprendimento che gli causa difficoltà soprattutto nell’elaborazione dei numeri. Il disturbo era stato attestato due mesi prima della fine della scuola.

La scuola avrebbe dovuto attrezzarsi

Per far fronte a questo disturbo dell’apprendimento, la scuola avrebbe dovuto attrezzarsi prevedendo per il ragazzo, un percorso personalizzato, come è prevista dalla legge. Infatti, l’anno successivo, il ragazzo ha potuto frequentare con più prolificità grazie ad un piano ad hoc.

Nonostante sentenza del Tar, la scuola, come si legge su il sussidiario, ha dichiarato che il ragazzo presentava:

“insufficienze gravi anche in altre materie (italiano, inglese, storia) non collegate alla discalculia, e che comunque la certificazione del disturbo dell’apprendimento è arrivata soltanto alla fine dell’anno scolastico, dunque troppo tardi”.

La famiglia ha avuto ragione dal Tar anche perché gli insegnanti e la scuola, dovevano rendersi conto delle difficoltà di apprendimento del ragazzo senza che lui stesso chiedesse aiuto.

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