Ponte Morandi: Consulta, non illegittimo estromettere Autostrade dalla ricostruzione

Ponte Morandi, Non è illegittimo estromettere Aspi dalla ricostruzione dell’opera

Doccia fredda e febbre politica in seguito alla decisione di affidare la gestione del nuovo ponte Morandi al concessionario attuale Autostrade.

Non è illegittimo estromettere Aspi dalla ricostruzione del Ponte Morandi.

È quanto stabilito dalla Corte costituzionale, che ha ritenuto non fondate le questioni relative all’esclusione legislativa di Autostrade per l’Italia dalla procedura negoziata volta alla scelta delle imprese alle quali affidare le opere di demolizione e di ricostruzione dell’infrastruttura di Genova.

Per la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli ciò non preclude l’eventuale revoca delle concessioni ma corrono comunque a criticare la scelta i Cinque Stelle.

«Porteremo il dossier Autostrade in Cdm.

È una decisione di tale importanza che dovrà essere condivisa al di là dei due ministri direttamente competenti. Va coinvolto tutto il governo»,

sottolinea lo stesso Premier Conte.

L’ufficio stampa della Consulta ha comunicato una nota stampa in cui si legge che

“la decisione del Legislatore di non affidare ad Autostrade la ricostruzione del Ponte è stata determinata dalla eccezionale gravità della situazione che lo ha indotto, in via precauzionale, a non affidare i lavori alla società incaricata della manutenzione del Ponte stesso”.

Ponte Morandi, la reazione dei 5Stelle alla scelta di affidare ad Autostrade la gestione

La decisione di affidare ad Autostrade per l’Italia la gestione del nuovo Ponte di Genova, aveva già comportato squilibri all’interno dei partiti che appoggiano il Governo.

Netta la posizione dei pentastellati, Vito Crimi sottolinea che il nuovo Ponte Morandi di Genova

«non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton. Non possiamo permetterlo.

Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane.

Su questo il Movimento 5 stelle non arretra di un millimetro».

Da mesi i pentastellati premono per fare in modo che il ponte non sia riconsegnato ai Benetton.

“Questo per noi è un punto dirimente. Noi sosteniamo che Benetton non deve più gestire le nostre autostrade.

Hanno già fatto danni enormi non solo riguardo al ponte Morandi ma riguardo alla gestione delle nostre autostrade”,

sottolinea Crimi.

Il M5S è solo contro tutti, ma la battaglia va avanti.

«Fin da quel drammatico 14 agosto di due anni fa abbiamo lavorato per ridare dignità alle vittime, ai loro familiari e per far rinascere Genova.

Noi soli, contro tutti. Andiamo avanti, la strada è quella giusta. Ora c’è da combattere la battaglia più importante».

Anche il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio sottolinea che la questione della gestione del ponte di Genova

va «subito risolta»,

“non voglio esprimere sentenze, né alimentare scontri, non ce n’è bisogno in questo momento, bisogna mantenere le promesse fatte”.

Conte, il Dossier Autostrade va chiuso

Il Premier Conte fa sentire la sua voce sul punto.

«Sono stato molto chiaro, ho detto che questo dossier va chiuso.

Dobbiamo evitare una situazione paradossale, dobbiamo chiarire questo passaggio».

Anche il Guardasigilli Alfonso Bonafede preme affinchè il Dossier Autostrade vada chiuso e si trivi una soluzione entro una settimana.

«Sulla concessione delle autostrade il governo ha lavorato senza sosta.

Dopo aver raggiunto un risultato importantissimo, con il nuovo ponte Morandi costruito in meno di due anni, adesso è arrivato il momento di decidere, possibilmente entro questa settimana».

Governatore della Liguria: 2 anni di ringhiare, ma ancora concessione

Dopo 2 anni di “ringhiare” la concessione autostradale è ancora lì e gli investimenti non sono stati fatti,

“il ponte viene restituito a chi ha ancora la concessione nonostante i vaniloqui del governo”,

sottolinea Toti.

Nuovo Ponte Morandi, Aspi si difende

In attesa del deposito della sentenza, l’ufficio stampa ha fatto anche sapere che la Corte ha poi dichiarato inammissibili le questioni sull’esclusione delle imprese collegate ad Aspi e quelle concernenti l’obbligo della concessionaria di far fronte alle spese di ricostruzione del Ponte.

Aspi si difende ricordando che in questi due anni

“ha supportato in ogni modo la realizzazione del nuovo viadotto sul Polcevera”,

facendosi carico

“della totalità delle spese di demolizione e costruzione”.

Si parla di un esborso complessivo di circa 600 milioni di euro

“sotto forme di indennizzi e sostegno a cittadini e imprese”.

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