Tre sorelle impiccate a Torino, la verità dietro il folle gesto: “Ci ha ridotte in miseria”

La tragica vicenda delle tre sorelle impiccate a Torino fa luce su una vicenda annosa, che riguarda il fratello proprietario di una macelleria. Qual è la verità?

Tre sorelle impiccate a Torino
Carabinieri Fonte: Pixabay

Tre sorelle impiccate a Torino e ora l’indagine porta a galla una truffa dove è coinvolto anche il fratello. Ma che cosa è accaduto veramente?

Il ritrovamento delle tre donne suicide a Carmagnola

Una vicenda accaduta nella giornata di ieri che ha scosso l’opinione pubblica, con il suicidio di tre sorelle di Carmagnola che hanno deciso di togliersi la vita a seguito di una presunta truffa.

Valeria e Gabriella si sono impiccate nel capanno di famiglia nella notte tra mercoledì e giovedì, scoperte in un secondo tempo dai Carabinieri che si sono recati sul posto come da “indicazioni” dell’altra sorella.

Sul balcone di un appartamento, i condomini hanno visto Piera Ferrero penzolare e per questo motivo hanno allertato immediatamente i soccorsi.

Una volta che i militari sono entrati in casa della donna hanno trovato un biglietto che spiegava la motivazione del gesto estremo, legato all’aver trovato le sorelle nella medesima condizione all’interno del loro capanno di famiglia.

Tutto questo agli inquirenti è sembrato inverosimile e hanno voluto scavare a fondo su quanto accaduto a queste donne per arrivare a tanto.

La verità sulla truffa e il gesto estremo

Nella lettera trovata di Piera, scritta prima di togliersi la vita, la colpa di tutta questa tragedia è ricaduta sui tre legali e sul fratello delle tre donne –  titolare di una macelleria.

Secondo quanto emerso – riportato anche da FanPage – la lite familiare è arrivata sino al tribunale e poi in Cassazione. Per la Suprema Corte le tre sorelle erano in torto con conseguente messa all’asta di un immobile per pochi euro.

Un gesto che, sempre secondo l’accusa descritta nella lettera, avrebbe portato loro sul lastrico. Si consideravano quindi vittime di un raggiro, come confermato anche dal fratello Aldo durante la sua deposizione ai Carabinieri: lo stesso avrebbe rubato loro appartamenti e terreni di famiglia, nonostante il tribunale avesse dato loro torto.

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