Nave attaccata dai pirati, chi sono i due marinai feriti: “Pensavo, ora mi uccidono”

La nave attaccata dai pirati, Remas, ha vissuto degli attimi di terrore con due dei suo marinai feriti. Ecco chi sono e il racconto agghiacciante

Nave attaccata dai pirati
Nave attaccata dai pirati

Chi sono i due marinai della nave attaccata dai Pirati? Il racconto di quanto successo a bordo ha lasciato tutti senza parole.

Chi sono i due marinai feriti della Remas

E’ accaduto tutto velocemente, quando sulla nave sono arrivati di pirati armati e hanno iniziato ad aprire il fuoco contro chi trovavano sulla loro strada. Il loro obiettivo era quello di rubare quante più cose possibili, per poi scappare con gi stessi barchini con la quale si erano avvicinati.

Una nave lunga 75 metri di proprietà della società Micoperi che ha già subito degli attacchi provenienti dal mare. Nel loro intento di rapina hanno ferito due uomini che rispondono al nome di Andrea Di Palma – Ravenna – e Vincenzo Grosso – Molfetta.

Il marinaio Grosso è stato ferito alla testa lievemente da un corpo contundente e il figlio Giacomo – come si evince da QuindiciMolfetta – ha assicurato che il padre sta bene. L’uomo si trovava sulla nave da due mesi e sarebbe dovuto rientrare a casa per Natale.

La Procura di Roma ha avviato una indagine.

Il racconto di Andrea De Palma

Andrea De Palma ha raccontato tutto dall’ospedale e in quegli attimi ha pensato veramente di non farcela. Lo evidenzia il Resto del Carlino, descrivendo cosa sia accaduto in quella nave.

De Palma è stato colpito da un colpo di arma da fuoco alla gamba con il proiettile che è passato vicino all’arteria femorale. Una volta a terra ha visto il bandito con la pistola avvicinarsi:

“si, temevo volessero finirimi invece mi hanno aiutato a fermare l’emorragia”

Il marinaio racconta di essere stato colpito ad entrambe le gambe:

“ho visto tre persone a volto coperto venire verso di me. mi sono ritrovato in una pozza di sangue…”

I banditi prima di fuggire lo hanno aiutato tamponando la ferita e legando attorno uno straccio che facesse da laccio emostatico:

“sono stato fortunato”

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