Un colpo di scena dopo l’esplosione ad Alessandria con il fermo del proprietario dopo 10 ore di interrogatorio. Ma perché è stato accusato di omicidio?
L’esplosione di Alessandria ha portato via la vita a tre Vigili del Fuoco e ne ha feriti altrettanti, tra cui un Carabiniere. Ecco cosa è accaduto veramente
L’interrogatorio del proprietario della cascina
Le indagini dei Carabinieri hanno portato all’interrogatorio di Giovanni Vincenti, proprietario della cascina che in questi giorni cercava di fornire elementi – e nominati – per pinzare i colpevoli di questo atto terribile e doloso.
Dopo 10 ore di interrogatorio nella notte è stato fermato il proprietario dello stabile, con l’accusa di omicidio – lesioni personali e disastro doloso.
L’avvocato non ha potuto dire nulla in merito a quanto accaduto all’interno della Caserma, in attesa della conferenza Stampa delle ore nove con i Carabinieri che hanno svolto le indagini e il fermo.
La verità dalla conferenza stampa dei Carabinieri
La conferenza stampa è iniziata alle nove dove i militari del Comando Provinciale di Alessandria hanno illustrato quanto accaduto. Il Procuratore Cieri parla di una confessione parziale di Giovanni Vincenti che ha affermato di voler arrecare danni alla cascina.
La sua intenzione non era di omicidio o di ferire qualcuno, ma di voler incassare i soldi dell’assicurazione emessa ad Agosto per andare a sanare i tanti debiti in essere. Per gli inquirenti:
“gli elementi sono schiaccianti, impossibile negare”
Indagata a piede libero anche la moglie di Vincenti.
La strage è stata provocata da un errore del timer:
“Il timer era stato settato all’1.30 ma accidentalmente c’era anche un settaggio alla mezzanotte. Questo ha portato alla prima modesta esplosione che, ahimè, ha allertato i vigili del fuoco”
Una sola esplosione ma questo errore è costato la vita a tre persone e il ferimento di altre tre.
Ora si procederà con i vari step investigativi, ma l’uomo è stato portato in carcere e dovrà rispondere alle accuse di Omicidio – Lesioni personali e Disastro doloso.