Lamentarsi, la malattia che uccide e fa male al cervello

Lamentarsi, usi e costumi che fanno male. Come liberarsi dalle cattive abitudini?

La lamentela è uno stato di malessere che tende a ripetersi, esprime una profonda insoddisfazione e scontentezza. E’ indice di una condizione che causa sofferenza, ma allo stesso tempo un sadico senso di piacere.

Le lamentele colpiscono il nostro cervello

Di solito dopo cinque minuti, uno resta frastornato e senza parole di fronte alle continue lamentele del suo interlocutore.

La felicità non è questione di intensità ma di equilibrio, ordine, ritmo e armonia.

Ma di fatto esistono situazioni nella vita per le quali è giusto lamentarsi, quasi come una reazione naturale e liberatoria per tutta la tensione accumulata a causa dell’evento in sé.

Il nostro cervello assorbe e di conseguenza produce negatività quando ci lamentiamo continuamente o viviamo a stretto contatto con persone che non fanno altro che lamentarsi.

Eppure, esistono persone che fanno delle lamentele il loro pane quotidiano e sono convinte, che tutte le persone siano obbligate ad ascoltarle altrimenti sono pronte ad etichettarle come insensibili ed egoiste.

Ma di fatto i reclami hanno un impatto negativo e un influenza distruttiva sul nostro cervello e sul nostro corpo.

E’ fondamentale tenere a mente questo concetto e fare si che ogni qualvolta ci troviamo a contatto con i pensieri negativi è meglio sbarazzarsene.

Un grande saggio vissuto nel secolo scorso era solito ripetere:

“Se non ti senti felice, fai finta di esserlo. Anche sei sei triste e depresso prova a sorridere, la gioia arriverà di conseguenza”

Lamentarsi non è catarsi

Ogni giorno siamo costantemente sovrastati da notizie, la maggior parte delle quali dolorose e preoccupanti in più la quotidianità non è semplice, basti pensare a capi sempre di malumore e colleghi frustrati.

Di fronte a un simile panorama e facilissimo iniziare a lamentarci e cadere nell’autoinganno che lamentarsi funzioni come una sorta di catarsi.

Invece, la lamentela può trasformarsi in una cattiva abitudine che si instaura in noi come un circolo vizioso, diventando con il tempo la nostra risposta automatica di fronte alle difficoltà.

Studi e ricerche condotte da neuroscienziati sulla frequenza e l’intensità emotiva con cui ci lamentiamo e di conseguenza i cambiamenti significativi che si verificano, hanno dimostrato che il nostro cervello sprigiona ormoni quali la noradrenalina, il cortisolo e l’adrenalina, che alla lunga alterano il normale funzionamento dell’organo.

Inoltre anche l’esposizione ripetuta alle lamentele deteriora o annulla le connessioni neuronali presenti nell’ippocampo del nostro cervello. Essa rappresenta la zona incaricata di trovare una soluzione ai problemi che ci affliggono.

Possiamo concludere dicendo che l’insistenza delle lamentele è un modo di condizionare negativamente se stessi, generando negli altri un senso di rifiuto e finendo per nuocere alle proprie relazioni familiari, di coppia e lavorative.

E’ utile per superare la logorante mania di lamentarsi, cominciare ad analizzare i problemi a mente fredda.

Utilizzare l’energia che si spreca nell’atto di lamentarsi in quella che ci serve per superare le avversità.

Il grande professore Stephen Hawking afferma:

“Lamentarsi è inutile, una perdita di tempo. Penso proprio che non lo farò mai”

Stare alla larga dalle lamentele migliora la vita

La lamentela, si diffonde e propaga nell’ambiente come un virus psicologico ed emotivo e condiziona i luoghi comuni.

Chi ne viene colpito subisce presto i suoi sintomi che vanno dalla stanchezza alla poca voglia di fare fino a repentini cambiamenti dell’umore a vittimismo.

La maggior parte delle persone considera il lamentarsi un semplice parlare di qualcosa di normale e accettabile ma in molti casi è ciò su cui si basano le relazioni ed è per questo che è contagioso.

L’eroico magistrato Giovanni Falcone affermava:

“Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”

Ci lamentiamo molto più spesso di quanto non siamo disposti ad ammettere, basti pensare ai classici lamenti per il caldo, per il freddo, per il traffico, per la società.

Bisogna starne alla larga, prendendo le dovute precauzioni partendo dalle piccole cose, accettare e non giudicare persone, situazioni e comportamenti. Ma soprattutto stare alla larga dagli untori ovvero quelle persone che fanno della lamentela la loro principale occupazione.

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