Messico, giornalista ucciso: corpo nel bagagliaio dell’auto “volto deturpato dall’acido”

Rogelio Barragan Perez è il nono reporter vittima di omicidio in Messico dall’inizio del 2019. Il corpo, irriconoscibile, ritrovato nel bagagliaio della sua Volkswagen

Giornalista del Guerrero al instante ucciso in Messico

Rogelio Barragan Perez è il nono giornalista ucciso in Messico dall’inizio del 2019. L’uomo, 47 anni, era il direttore del sito online Guerrero al instante e, secondo quanto reso noto dalla Procura dello Stato federale di Morelos, sarebbe stato trovato cadavere nel bagagliaio della sua auto, in un comune a sud di Città del Messico.

Giornalista ucciso: il volto deturpato

Il drammatico compito di riconoscere il corpo è stato affidato alla madre della vittima la quale si è trovata di fronte ad una scena choc. L’uomo aveva infatti il volto irriconoscibile, deturpato molto probabilmente dall’acido.

Secondo quanto riferito dai residenti della zona nella quale è avvenuto il ritrovamento, l’auto del giornalista, una Volkswagen di colore grigio, era stata abbandonata la sera precedente e segnalata alle autorità. Il reporter lavorava attivamente nello Stato di Guerrero, considerata una delle regioni più pericolose del Messico dove diverse zone sono in mano a bande criminali che controllano il traffico di droga.

E’ il nono omicidio

La situazione in Messico dall’inizio dell’anno è diventata rovente per chi esercita la professione di giornalista. I dati di “Reporter senza frontiere” sono preoccupanti in quanto collocano il Paese – insieme a Siria ed Afghanistan – tra i luoghi più pericolosi al mondo.

Quello di Rogelio Barragan Perez è il nono omicidio registrato nel 2019 ed avente come vittima un giornalista contro gli 11 casi dell’anno precedente. In tanti hanno ricevuto minacce e sono stati costretti a lasciare il Paese, mentre diverse decine di reporter hanno richiesto la scorta. Rispetto ai giornalisti uccisi, ha rivelato una portavoce di Reporter senza frontiere:

“Nella maggior parte dei casi gli omicidi non vengono perseguiti penalmente”.

Impostazioni privacy